Il 2 luglio la Beatificazione di padre Solinas

Il prossimo 2 luglio la celebrazione a Oran in Argentina

Con grande gioia la Chiesa di Nuoro comunica che il prossimo 2 luglio si celebrerà a Oran in Argentina la beatificazione di padre Giovanni Antonio Solinas.
La Santa Messa sarà presieduta dal Prefetto della Congregazione della Causa dei Santi, cardinale Marcello Semeraro.
Come Diocesi gioiamo di questo evento che invito a comunicare alle comunità e al quale ci prepareremo spiritualmente e con gratitudine a Dio e alla Chiesa.
Dopo aver sentito il Vescovo di Oran la nostra Diocesi offrirà un segno di partecipazione alle spese inviando euro 20 mila, così come intende organizzare un viaggio per partecipare alla beatificazione, coinvolgendo sacerdoti, diaconi e laici.
Chi intende parteciparvi lo comunichi entro il prossimo ritiro 24 febbraio a don Antonello Tuvone, così da verificare i costi dei biglietti aerei e avviare l’organizzazione del viaggio.

***

Il 13 ottobre del 2021, il Santo Padre Francesco ha ricevuto in Udienza il Cardinale Marcello Semeraro, Prefetto della Congregazione delle Cause dei Santi. Durante l’Udienza, il Sommo Pontefice ha autorizzato la medesima Congregazione a promulgare i Decreti riguardanti, tra gli altri il martirio dei Servi di Dio Pietro Ortiz de Zárate, Sacerdote diocesano e Giovanni Antonio Solinas, Sacerdote professo della Compagnia di Gesù uccisi in odio alla fede il 27 ottobre 1683 a Valle del Zenta (Argentina).

GIOVANNI ANTONIO SOLINAS. Nato ad Oliena, nel 1663 entrò nella Compagnia di Gesù. Dopo il noviziato trascorso a Cagliari, emise la professione religiosa il 16 giugno 1665. Nei primi mesi del 1672 manifestò ai superiori la vocazione missionaria, orientata verso gli aborigeni americani. Si mise subito in viaggio con alcuni compagni, raggiungendo prima Barcellona, poi Madrid e, infine, Siviglia, dove completò gli studi di teologia e, il 27 maggio 1673, fu ordinato sacerdote. Giunto a Córdoba (Argentina), raggiunse Buenos Aires nel 1675 e quindi Santa Fé, dove effettuò il terzo e ultimo anno di noviziato. Il suo primo campo di apostolato fu nel 1678 quello della Reducción di Itapúa (Paraguay), ove si distinse per lo zelo apostolico e la carità verso i nativi. In seguito fu impegnato nella Reducción di Santa Ana.
Dopo un periodo trascorso con gli aborigeni dell’etnia Hohomas, nel 1680 fu inviato come cappellano militare. Nei due anni seguenti prestò l’opera missionaria in altre Reducciones. Nel 1683 venne destinato alla missione del Chaco, insieme al Servo di Dio Pietro Ortiz de Zárate. Mentre i due Servi di Dio con altri accompagnatori si trovavano nel forte San Rafael, furono attaccati dagli aborigeni Tobas e Mocovíes e crudelmente assassinati il 27 ottobre 1683.
PIETRO ORTIZ DE ZÁRATE. Nato il 29 giugno 1626 a San Salvador de Jujuy (Argentina), in una famiglia di origine basca (Spagna), a 17 anni contrasse matrimonio con Petronila Ibarra Argañarás y Murguía, donna benestante, dalla quale ebbe due figli. Svolse anche incarichi civili, tra cui quello di sindaco. Rimasto vedovo, affidò i figli alla nonna materna, con l’intento di seguire la vocazione sacerdotale. Venne ordinato sacerdote intorno al 1657. Si dedicò ad un’intensa attività apostolica. Nel 1659 fu nominato parroco di Jujuy, dove rimase per 24 anni. Si distinse per l’impegno nella preghiera, l’attenzione al culto divino e alla musica sacra e per l’amministrazione dei sacramenti. Con grande spirito apostolico, affrontava anche lunghe distanze per favorire la promozione umana e cristiana delle popolazioni indigene e per assistere i poveri e i malati. Promosse la costruzione di chiese e cappelle, anche attingendo ai fondi del suo patrimonio personale.
Nel maggio del 1683 si mise in cammino con altri due sacerdoti, tra cui il Servo di Dio Giovanni Antonio Solinas, e un gruppo di oltre settanta persone. Dopo un viaggio lungo e molto pericoloso, raggiunsero la Valle di Zenta, dove il 27 ottobre 1683 Pedro Ortiz de Zárate, Juan Antonio Solinas e altri 18 laici, tra i quali anche alcuni indigeni, vennero uccisi dagli aborigeni appartenenti alle etnie Tobas e Mocovíes.

Il martirio materiale si verificò il 27 ottobre 1683. Quel mattino i Servi di Dio, dopo aver celebrato la Santa Messa, si trovavano insieme a diciotto laici, tra cui vi erano anche degli Indios convertiti, quando furono circondati da circa centocinquanta indigeni che, fingendo un approccio pacifico, li aggredirono mortalmente. Con violenza inaudita li assalirono con lance e asce, li torturarono smembrando i loro corpi. Furono mozzate le teste e praticata l’antropofagia. I resti mortali furono trovati l’indomani da testimoni oculari che narrarono l’accaduto.
Nel 1988 la Causa includeva i 18 compagni dei Servi di Dio uccisi insieme a loro ma, nel 2002, i 18 laici furono espunti per mancanza di documentazione.

condividi su