Percorso Deleddiano

Passeggiata all’interno del parco letterario deleddiano tra le viuzze del centro storico di Galtellì

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Il percorso è fruibile a piedi o con la bici. Per i soggetti con disabilità motoria si rimanda alla consultazione dei siti dell’amministrazione e delle istituzioni di riferimento.

Lunghezza 1,0 KM

Tempo di percorrenza Per apprezzare appieno il percorso, è essenziale dedicare una intera mattinata.

 Difficoltà Facile

 

Tappe

  • Chiesa di San Pietro, Via San Pietro, 08020 Galtellì NU
  • Casa Nieddu, Via San Pietro, 8, 08020 Galtellì NU
  • Chiesa SS. Crocifisso, P.zza SS. Crocifisso, 9, 08020 Galtellì NU
  • Casa di Tziu Carboneddu,  Vico Cagliari, 3, 08020, Galtellì NU
  • Museo Etnografico Sa Domo e’ sos Marras, Via Giuseppe Garibaldi, 14, 08020 Galtellì NU
  • Castello Malicas, Parco Malicas, Via Grazia Deledda, 52, 08020 Galtellì NU

 

Il parco letterario deleddiano

Nel romanzo deleddiano Canne al vento, il paese di Galtellì, trasfigurato affettuosamente in Galte, assume un ruolo di primissimo piano. Sappiamo che, fin dai suoi giorni di giovinezza, la Deledda usava trascorrere periodi significativi a Galtellì, soprattutto in occasione di festività religiose come la festa del Cristo e quella della Madonna del Rimedio. Qui, era ospite della famiglia Nieddu, una famiglia che avrebbe poi ispirato la creazione dei personaggi e delle vicende della famiglia Pintor, al centro della sua opera.

La Deledda, da vera maestra dell’arte narrativa, non si è mai avventurata a descrivere territori che le fossero sconosciuti. Ogni dettaglio presente nei suoi romanzi è stato fedelmente tratto dalla realtà, anche se poi avvolto da un velo di poesia e creatività letteraria. In particolare, le descrizioni dei luoghi di Canne al vento sono così minuziose e vive che ancora oggi, passeggiando tra le strette viuzze del centro storico, è possibile riconoscere con estrema facilità i luoghi descritti nel romanzo.

Seguendo il percorso tracciato dalla scrittrice, l’itinerario proposto offre una guida per una vera e propria esplorazione dei luoghi più suggestivi del romanzo.

Si inizia da quella che Grazia Deledda in Canne al vento definisce “basilica pisana”. Si tratta della Chiesa di S. Pietro, risalente all’XI secolo. La chiesa fu cattedrale vescovile sino al 1495. Al fine di conferirle maggiore prestigio il suo interno venne nobilitato da affreschi databili ai primi decenni del XIII. Il ciclo pittorico presente nella Chiesa di San Pietro costituisce uno dei rari esempi sopravvissuti di decorazioni pittoriche medievali in Sardegna.

Nella descrizione della chiesa di S. Pietro, così come nella descrizione generale del paese di Galtellì, Grazia Deledda pone notevole enfasi sull’atmosfera di decadimento e immobilismo disperato che permea l’economia del luogo. La Deledda, infatti, non si limita a utilizzare l’ambientazione geografica come uno sfondo neutro; al contrario, essa diviene un protagonista a tutti gli effetti, influenzando in maniera significativa lo svolgersi degli eventi. In effetti, nei romanzi della Deledda, i luoghi riflettono sempre la complessa relazione tra gli abitanti e il mondo che li circonda. In Canne al Vento, l’ambientazione a Galtellì diventa il teatro della storia della famiglia Pintor e del suo inesorabile declino. Questo declino è strettamente connesso agli avvenimenti storici che hanno trasformato Galtellì, portandolo dalla sua importanza medievale alla povertà dell’età moderna. La Deledda, attraverso la sua prosa ricca di sfumature, ritrae con maestria questa trasformazione economica e sociale, ponendo l’attenzione sulle implicazioni profonde che ha avuto sulla vita e sul destino della famiglia Pintor e di Galtellì nel suo complesso.

Continuando l’esplorazione dei luoghi che hanno ispirato Canne al vento, lungo la via San Pietro, si trova la casa delle dame Pintor, nota nella realtà come Casa Nieddu, un imponente palazzotto nobiliare risalente al 1700 (non aperto al pubblico). Sebbene oggi questa dimora a due piani possa apparire modesta, rappresentava indubbiamente uno status elevato dei proprietari quando confrontata con le umili abitazioni a un solo piano dei contadini e dei servitori pastori. L’architettura è infatti un elemento fortemente rappresentativo delle divisioni sociali. Come ben evidenziato dalla Casa Nieddu e da Sa Domo ‘e Marras, le residenze dei proprietari terrieri del paese presentano una struttura imponente che nasconde gelosamente gli interni. Queste case spaziano su diversi piani e offrono numerose camere. Sono dotate di almeno due ingressi: uno diretto all’interno della casa e un altro che conduce a un cortile recintato. Le finestre ai piani superiori si affacciano su graziosi balconcini decorati con eleganti ringhiere in ferro battuto. Nel centro storico di Galtellì, è possibile osservare anche esempi di architettura più umile dell’epoca. Queste abitazioni consistono in un unico piano terra e si affacciano direttamente sulle strette vie del paese. Sono spesso costituite da una stanza centrale adibita a diverse funzioni e una camera da letto adiacente. I muri, raramente intonacati, sono costruiti con pietre non lavorate unite da malta d’argilla, riflettendo il carattere essenziale e austero di queste dimore tradizionali.

Il popolo sardo è molto religioso ed i personaggi di Canne al vento non sono da meno, poveri e ricchi, servi e nobildonne. si è già parlato dell’importanza che ricopre nel romanzo la basilica di S. Pietro che la Deledda ci fa conoscere subito ad inizio di romanzo attraverso gli occhi di Efix. Nella descrizione che la Deledda ci fa di quella chiesa, ci parla anche di una statua di Gesù Cristo che nella realtà è invece custodita nella Chiesa del Santissimo Crocifisso. Sita nella piazza omonima, la chiesa, oggi parrocchia del paese, rappresenta un’ulteriore suggestiva tappa del percorso deleddiano.

Proseguendo nella passeggiata fra i luoghi di Canne al vento si arriva in uno degli angoli più caratteristici del paese, Vico Cagliari,  dove sorge la casa di tziu Carboneddu. Quest’ultima è identificata come la casa di uno dei personaggi più importanti del romanzo: Don Pedru, il cugino ricco delle Dame Pintor che alla fine della storia sposerà Noemi, la più giovane delle sorelle.  Appartenuta a una famiglia nobile, questa distinta abitazione settecentesca è caratterizzata da un’architettura che riflette uno stile unico, una sorta di fusione tra elementi moreschi e mozarabici, che rimandano a un passato di prestigio e raffinatezza. 

Questa stessa idea di nobiltà si riflette anche in Sa Domo ‘e Marras, un’altra antica residenza di proprietari terrieri, situata a due passi da Vico Cagliari, in via Giuseppe Garibaldi, 14. Oggi la struttura è sede di un museo etnografico ben attrezzato. Il museo offre un’ampia panoramica della vita quotidiana, delle tradizioni, dell’artigianato e dell’architettura locale.

Ultima tappa del viaggio fra i luoghi di Galte è il Castello Guzzetti. Questa maestosa struttura fu eretta agli albori del XX secolo per volere del conte omonimo. Nel 1986, il castello passò sotto il controllo del comune, insieme a una porzione considerevole del terreno circostante, che oggi costituisce il Parco Comunale Malicas.

 

 

 

Desideriamo informare i visitatori che il percorso attuale potrebbe presentare delle sfide per chi ha limitazioni motorie. Potrebbero sorgere difficoltà nell’attraversare questo tragitto, dato il suo stato attuale e le condizioni del terreno. Riteniamo fondamentale garantire a tutti un’esperienza piacevole e sicura. Pertanto, se incontri difficoltà nel percorso o se ritieni che possa essere un ostacolo insormontabile, ti incoraggiamo a valutare attentamente la tua decisione di procedere. Per maggiori informazioni rimandiamo al sito del Comune.

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