“il Cristo che sta dietro la tenda giallastra dell’altare, e che solo due volte l’anno viene mostrato al popolo, scende dal suo nascondiglio e cammina: anche Lui è magro, pallido, silenzioso.
Tratto da Canne al vento, Ilisso, 1913
Cenni storici
Il santuario:
La chiesa parrocchiale del Santissimo crocifisso edificata col nome di Santa Maria delle Torri in periodo medievale, venne ricostruita in stile gotico-aragonese, ingrandita e reintitolata al SS. Crocifisso ai primi del 1400. Ristrutturata ancora nel Settecento, attualmente si presenta in parte in stile barocco-piemontese. Diverse opere d'arte arricchiscono la chiesa, a cominciare dal simulacro ligneo, a grandezza naturale, del Cristo crocifisso, databile tra la fine del XIV e gli inizi del XV secolo, di scuola pisana. Nel 1491 la Chiesa di S. Maria ‘e Turres perderà questo titolo per acquisire quello di S.S. Crocifisso e dal punto di vista strutturale subirà una serie di ampliamenti che ne determineranno l’attuale configurazione architettonica, osservando la muratura a vista della costruzione si possono facilmente identificare i diversi stili costruttivi e i materiali (puddinga, basalto, mattoni trachite e malta cementizia ) adoperati per eseguire questi lavori nel corso del tempo, fino ai primissimi anni del 1500 quando vennero completati. La Chiesa ha una pianta basilicale ad una sola navata. La facciata presenta un portale architravato servito da due mensole sormontate da una finestra, lo sviluppo della facciata è movimentato da un gioco di cornici e lesene che ne arricchiscono la composizione architettonica. Il fianco meridionale, sostenuto da quattro contrafforti di cui i primi tre hanno pianta rettangolare e l’ultimo ubicato nel muro del presbiterio ha pianta triangolare, su questo lato si aprono due portali. Uno lunettato e architravato ormai chiuso, e poco distante il portale d’accesso reso in conci di trachite, con una modanatura che insieme agli stipiti decorati alla base vanno a formare una cornice .
La navata è divisa in cinque campate da quattro archi ogivali i quali fungono da sostegno anche al tetto ligneo a due spioventi, mediante degli archi a sesto acuto si aprono sulla navata le quattro cappelle che sono nel lato nord, di queste la 2°-3°-e 4° presentano una volta a crociera mentre la prima una volta a otto spicchi con una curvatura che gli conferisce una forma a campana. Il presbiterio si affaccia sulla navata attraverso un arco trionfale a tutto sesto, che si ripete sul fondo nel punto in cui si innesta il coro absidato, il presbiterio a forma quadrata ha una copertura data da una cupola emisferica sormontata da una lanterna circolare a sua volta coronata da un cupolino moresco sulla cui sommità vi è una croce, il tutto è visibile dall’esterno sul lato meridionale. Gli abbellimenti dell’interno sono in stile prettamente barocco. Il coro ha come copertura una volta emisferica arricchito dell’immagine di una colomba rappresentante lo Spirito Santo che fuoriesce da una nuvola sorretta da tre putti ,e tre teste di angioletti . Nell’angolo che si crea tra il presbiterio e l’ultima cappella a nord si apre la sacrestia e la struttura da cui si innalza il campanile che è abbellito nella torre campanaria da merlature sotto cui si aprono le finestre da dove si possono scorgere le campane che ancora oggi sono suonate da abili campanari locali. L’interno della chiesa risulta essere uno scrigno di preziosi tesori d’arte religiosa che testimoniano il glorioso passato e il profondo sentimento religioso che come allora ancora oggi è vissuto con grande coinvolgimento, per valenza artistica e fede spicca fra questi la statua lignea del Santissimo Crocifisso, un’opera del 1300 portata a Galtellì, come su detto da fra Paolo da Roma nel 1394. L’iconografia dell’altare maggiore è completata dalla presenza ai piedi del Cristo delle statue ,sempre a grandezza naturale ,della Madonna e di San Giovanni apostolo. Il tutto è custodito all’interno del presbiterio da una grata in ferro battuto della I° metà del ‘500.
Altri arredi sacri di notevole pregio sono un antependium o paliotto del 1600 in cui sono raffigurate, all’interno di specchi incorniciati da dei mascheroni in rilievo e tralci di fiorami e melograni ,tipici della cultura toscana ,l’immagine di un rinoceronte e di un uccello;a fianco del presbiterio è collocato un organo a canne del 1700 dalle notevoli capacità dell’impianto e il bellissimo vano delle canne intagliato e dipinto in oro ,vi è poi la statua in legno del ‘500 che ritrae “Su Babbu Mannu” ossia la Santissima Trinità ,che è una vera sfida artistica perché ci propone Dio nella Sua totalità.
Tanti sono poi gli argenti e i paramenti sacri risalenti al periodo, successivo in cui Galtellì fu sede vescovile,e che a breve andranno a formare un museo di tesori d’arte permanente all’interno delle chiese più importanti del borgo.
La leggenda:
La leggenda dell'arrivo del crocifisso ligneo al paese è motivo di orgoglio per gli abitanti. Essa narra che una cassa di legno venne trovata sulla spiaggia di Marina di Orosei il 3 maggio 1394, contenente la statua del Cristo, e venne trasportata, con un carro, attraverso diversi dei paesi vicini, da degli abitanti di Sarule che intendevano portarla in una delle loro chiese. Giungendo però di fronte alla chiesa di Santa Maria delle Torri il carro, improvvisamente, si bloccò. I due buoi che lo trasportavano vennero incitati a proseguire, lasciati riposare e addirittura sostituiti da altri due, ma il carro non si muoveva da davanti alla chiesa. Così dopo ore di inutili tentativi si decise di sistemarla nella chiesa parrocchiale di Galtellì. Da allora Sarule e Galtellì hanno un gemellaggio, e ogni 3 maggio, i paesi festeggiano il patrono "Santissimo Crocifisso".