Galtellì
Arte e artigianato

 

Gli Argenti
In Sardegna, oltre alla manifattura ispanica, sono presenti anche quelle genovesi, romane, napoletane e siciliane, che hanno influenzato i gusti e arricchito il patrimonio artistico dell'isola.
L'argento è presente in Sardegna sin dall'antichità, come testimoniano i ritrovamenti di Iglesias e Sulcis. La croce processionale di Galtellì, come tante altre, rivela un'originalità e un'interpretazione dal sapore tutto locale, a partire da modelli precisi. Ciò conferma quanto ricca sia stata la produzione orafa e argentiera in Sardegna. Il calice d'argento e bronzo di Galtellì è particolarmente ricco di decori, con motivi floreali tipici del Rinascimento, eseguiti a sbalzo e cesello.
La pisside, invece, presenta una struttura semplice e lineare, morbidamente modellata nelle forme bombate ed eseguita con eleganza e sobrietà classica, avvicinandosi alla corrente della classicità pura del XVI secolo. Un secondo calice, sempre di bottega cagliaritana, è molto più semplice sia per decorazione che struttura. Pur avendo alcuni elementi in comune con il precedente, si ipotizza che sia opera di un altro artista. L'unico calice in oro tra gli arredi di Galtellì, datato 1617, è certamente uno dei pezzi migliori. In esso emerge la virtuosità di un'elegante raffinatezza legata all'arte rinascimentale, ma preludio dell'arte barocca.

I tessuti
Le opere tessili di Galtellì, di particolare interesse, sono in totale 15 e includono:
sette pianete, di cui due ricamate; due tonacelle; un piviale; un copri tabernacolo; un velo da calice; un paliotto; un fusciacco; uno stendardo ricamato.
Nonostante la necessità di rispettare le regole della Santa Sede, anche le vesti sacre non erano immuni dalle mode del tempo.
Il ricamo, inoltre, ha avuto un ruolo importante nella storia del tessile, e proprio i ricami ecclesiastici sono quelli che maggiormente testimoniano la ricchezza e la laboriosità con cui venivano eseguiti.

Le sculture lignee
La storiografia specializzata ha dedicato particolare attenzione alla scultura lignea, all'interno della produzione artistica in Sardegna. La differenza sostanziale tra i manufatti scultorei in marmo, pietra o legno sta fondamentalmente nella loro destinazione e finalità d'uso. Le pietre e i marmi venivano impiegati per le sculture inserite nell'architettura, come apparato decorativo esterno o interno, oppure nei complessi sepolcrali. I legni, invece, erano utilizzati per l'esecuzione, la decorazione e la rappresentazione di immagini sacre, destinate a temporanea esposizione, pertanto facili da maneggiare e trasportare. Nel paese di Galtellì la presenza di queste statue è molto elevata, forse a conferma della grande religiosità del popolo. Le opere sopravvissute sono quelle delle epoche più lontane, ed oltre che rare sono per la maggior parte di carattere sacro. Le statue provengono dalla chiesa del SS. Crocifisso, San Pietro, S. Francesco, S. Giovanni e S. Caterina e dall'oratorio di S. Croce, comprendendo 47 elementi di diversa iconografia.
L'analisi di queste opere non è facile, dato che molte di esse sono gravemente danneggiate.
L'elemento più rappresentativo è sicuramente il gruppo ligneo del Crocifisso con ai lati la Madonna e S. Giovanni Evangelista.

 

Bibliografia
Francesca Pirodda, Tesori d’arte a Galtellì, Edizioni Solinas, Nuoro, 2000.
Renato Brotzu, Sardegna. 20 fotografi di riti e feste, Carlo Delfino Editore, Sassari, 2021.
Antonio Cambedda, L’architettura militare e religiosa a Galtellì dal Medioeco all’Ottocento, Edizioni Solinas, Nuoro, 1995.
Gino Camboni, Galtellì: natura, storia, arte cultura , Edizioni Solinas, Nuoro.
Alberto Virdis, Gli affreschi di Galtellì. Iconografia, stile e committenza di un ciclo pittorico romanico in Sardegna, Condaghes, Cagliari, 2011.

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