Cenni storici
Il castello fu fatto costruire all’inizio del 1900 dal conte Paolo Guzzetti. L’uomo, di origini milanesi, in seguito ad un suo viaggio in Sardegna, si innamorò del territorio selvaggio della zona e della fauna, così da decidere di costruirvi la sua residenza estiva e palazzina di caccia con annesso un parco di 2,5 ettari. Situato su una roccia basaltica l’edificio è stato progettato ispirandosi nelle forme ad un castello medievale, tanto da avere sui merli delle terrazze due cannoncini decorativi posizionati con la bocca verso l’esterno. Il conte Guzzetti, conosciuto in paese come persona di buon cuore finì i suoi giorni in povertà.
Il castello fino al 1963-1965 era ancora in buon stato di conservazione avendo ancora tutti gli infissi esterni ed interni e l’arredamento completo delle stanze. Il terreno su ci sorge il piccolo maniero ha una superficie di mq. 20.500 e risultava intestato, fino all’acquisizione al Comune, avvenuta intorno al 1986, alla figlia del conte, Antonietta Guzzetti.
In seguito agli ultimi lavori di restauro, l’edificio è stato adibito ad albergo comunale “Castello Malicas”, dotato di sette camere doppie con bagno, due sale comuni e un locale di ristorazione.
La rocca basaltica sulla quale sorge il castello ospita alcune domus de janas* che all’epoca della costruzione furono inglobate nelle fondamenta e riutilizzate come deposito di cereali e frutta secca. Questo fa sì che un paio siano visibili all’interno dell’hotel e una addirittura si trovi dentro una camera.
Di fronte e dentro il parco di Malicas si trova la necropoli omonima, composta da sette domus: cinque si trovano fuori dal parco, a fianco alla sede dell’AVS (Associazione volontariato di soccorso), di cui tre tutte in un unico gruppo; due si trovano isolate dentro il parco, di cui una proprio sotto il castello (vedasi la terza foto dell’album).
* Le domus de janas, letteralmente “case delle fate” in lingua sarda, sono strutture funerarie risalenti al periodo preistorico, presenti principalmente in Sardegna. Queste tombe preistoriche sono scavate nella roccia e rappresentano uno dei segni distintivi della cultura prenuragica che ha caratterizzato l’isola dal Neolitico recente all’età del bronzo antico, approssimativamente compreso tra il 4400 e il 2000 a.C.
Le domus de janas sono spesso scavate in arenaria o roccia calcarea e si presentano sotto forma di piccoli vani, corridoi e camere funerarie. Molte di esse sono decorate con incisioni e rilievi, che possono rappresentare simboli, figure umane o animali stilizzati. Questi dettagli artistici suggeriscono un certo grado di ritualità e significato simbolico associato alle sepolture.
Queste tombe possono essere trovate sia singolarmente che in grandi aggregazioni, con alcuni raggruppamenti che comprendono anche più di 40 tombe. La distribuzione delle domus de janas in tutta l’isola suggerisce che questa pratica funeraria fosse diffusa e radicata nella cultura della Sardegna prenuragica.