C’era un gruppo di turisti in Cattedrale, attendevano l’inizio della celebrazione ma forse avevano in mente un’altra cosa: teatro. Pensavano, legittimamente, “assistiamo a questo spettacolo”, quasi come fossero i passanti sul Golgota quel venerdì tra l’ora sesta e l’ora nona. L’unico spettacolo oggi è la Croce di Gesù. La chiesaè spoglia, nudo l’altare davanti al quale si prostra il Vescovo nel silenzio tutt’attorno.
«Abbiamo davanti il crocifisso e la croce – le sue parole -, contempliamo queste realtà». Il crocifisso fa vedere l’onnipotenza di Dio, la sua grandezza. Ecco l’uomo, aveva detto Pilato, ecco il crocifisso che è l’uomo per antonomasia, è l’uomo che è la gloria di Dio, è Dio. La sua onnipotenza è nel finire sulla croce per vincere tutto il mio peccato.
E poi c’è la croce: non possiamo farne a meno – ha proseguito il Vescovo -, lì troviamo la nostra dignità di uomini, la nostra grandezza. È difficile capire la croce, ma da lassù Gesù ci dona sua madre. Maria ci aiuta a stare ai piedi di quella croce e a salire sulla nostra.
Poi è ancora silenzio adorante della croce innalzata nel mezzo, l’eucaristia arriva dall’altare della reposizione, non si consacra in questo giorno. L’assemblea si scioglie in attesa della luce di Pasqua.
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Immagini della celebrazione
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