Alle vecchie radici della cultura
di Matteo Marteddu
Dalle parti della strada provinciale Ottana-Sarule, c’era un tempo il traffico delle grandi arterie industriali. Da qui operai e tecnici di Barbagia, ogni mattina verso la fabbrica dell’Eni, sulle sponde del Tirso. Oggi declino, silenzi e sogni infranti. E la speranza di sopravvivere all’aggressione dell’amianto. Il vescovo di Nuoro Mosè Marcìa, arrivando il 17 aprile in visita pastorale a Olzai avvertirà tra qualche giorno, anche questa, tra le tante suggestioni. Si supera sulla destra la strettoia di Badu ’e Carru, S’Anzelu è ancora più giù, la vecchia carrareccia verso i Campidani, poi Eligai e Sa Canedda Ozziddai. Compare Olzai incastonato nella valle, a metà costone, ultime propaggini del Gennargentu, in un anfiteatro naturale, antemurale delle terre di Barbagia, incastrato dal colpo di glottide nelle stesse radici dei centri vicini. Nei secoli non ha voluto né risalire S’iscala Manna, né scendere a valle: si è aggrappato a Su Mulinu Etzu, alle sponde del rio Bisine, imbrigliato, protetto rispetto a Golanitzo e Finuè, anche quando le acque, in libera uscita dai contrafforti di Ollolai, fanno paura. Degradano lecci e querce in un misto di lentisco e olivastri. Dentro le case in granito, 885 abitanti all’ultimo censimento, si tiene stretto lo stile e l’aspetto urbano di sempre, poche le modifiche. E soprattutto la roccia lavorata a costruire case e chiese: è stata raschiata in superficie, niente cave e niente disastri ambientali.
Ha scommesso molto Olzai sull’industria della Sardegna centrale. «Il baricentro sociale si era spostato verso la fabbrica», mi dice Tonino Ladu, consigliere provinciale, sindaco del paese per un lustro: «Il 40 per cento della forza lavoro ruotava attorno a quella piana. Generazioni intere. Oggi il trauma del dopo, accompagnamento alle pensioni, macerie ambientali, timori per le vicende legate all’inquinamento. In tanti avevano appeso al chiodo le chiavi dell’ovile, le stanno ripulendo dalla ruggine». Non solo aziende primarie zootecniche, anche trasformazione di alta qualità. I tre mini caseifici, “Agasti”,“Erkiles”,“Montenieddu”, dei Curreli, Fratelli Carta e Bruno Falconi, da qualche anno sono impegnati in ricerca innovativa di processo e prodotto. Si posizionano tra le avanguardie nel panorama dell’agroalimentare sardo. La tradizione industriale a Olzai non è arrivata con la potenza Eni, ma già da qualche decennio, l’Enel sul lago del Benzone occupava circa 20 dipendenti, costruendo anche un villaggio integrato sulle sponde del Cuchinadorza, persino con la chiesa, coniugando centrale elettrica e messa domenicale. Ormai aleggiano solo fantasmi. «Ecco perché il paese rapidamente si è piegato su se stesso», dice Tonino Ladu, «alla ricerca delle proprie forze e delle risorse che provenivano dal proprio interno».
Cultura e servizi, storia, casati e blasoni, uomini e donne di grande spessore, le cui gesta hanno superato la cinta daziaria di Olzai e della Sardegna. «Siamo il paese che in proporzione agli abitanti, ha avuto più laureati, superando Bitti e Orune che pur si collocano in alto nella graduatoria speciale». E allora rimbalzano ancora nei selciati del centro nomi e cognomi forti: Carmelo Floris con la sua produzione artistica, Antonio Francesco Boi anatomopatologo con la creazione delle cere anatomiche, custodite all’università di Cagliari ed esposte nei musei di mezzo mondo. I Dore, da Francesco, medico, cattolico, deputato, concluse la seconda legislatura nel 1921, antifascista, legatissimo alla sua terra, a Grazia, insegnante rientrata da Roma per impegnarsi anche da preside della scuola, a far crescere la cultura del suo paese, a suor Maria Giovanna che ha “requisito” il palazzo di famiglia per farne un centro di spiritualità e di preghiera con le monache benedettine di clausura. E i Mesina-Cardia: lasciarono le proprietà, palazzo e mille ettari di terreno, ai Fratelli delle scuole cristiane di San Giovanni Battista de la Salle. Unico impegno richiesto: educazione della gioventù olzaese attraverso l’istituzione di una scuola agraria. E per decenni tanti ragazzi, da Olzai, Sarule, Orotelli, Nuoro e Barbagia intera sono passati tra i banchi dei “Fratelli”. Oggi il Comune tenta di farne un centro di aggregazione culturale. E i tanti politici nazionali e regionali: Zicu Murgia, parlamentare alla Costituente, contribuì in maniera determinante alla scrittura dell’articolo 13 della Carta: “la carcerazione preventiva non può essere affidata all’arbitrio del giudice ma alla garanzia della legge”. Principe del foro nuorese, uomo sanguigno che persino in un congresso a fine anni Sessanta, a fronte dello spostamento a “sinistra” della Dc Nuorese, avvertiva con la grinta del vecchio leone: «Stiamo perdendo il nostro riferimento ideale ed io sento già il cigolio dei carri armati sovietici ai confini della patria». Un po’ “over time”, fuori tempo, ma vecchio mattatore. Antonio Dore, confinato dal fascismo e primo segretario del Pci di Sardegna e, in tempi recenti, il parlamentare e segretario regionale della Dc, Salvatore Ladu.
Il paese è diviso in due da quel capolavoro di ingegneria edile e idraulica che da generazioni qui chiamano “S’Arzinamentu”. Grande alluvione nel 1921, paura e distruzione. Il deputato olzaese Francesco Dore inondò i tavoli di ministri e dirigenti vari di missive infuocate, facendo buon uso dei rapporti con un altro olzaese a Roma, direttore, capo divisione dei Lavori pubblici, rappresentando con suggestive immagini plastiche, il reale pericolo della scomparsa del villaggio. fu finanziata l’opera di arginamento. Nel 1924 inizio lavori, nel ’26 inaugurazione dell’imponente struttura. «Per i tempi dell’oggi sembra fantascienza», dice Tonino Ladu.
La tradizione dei grandi personaggi ha attraversato anche la Chiesa. Sacerdoti, con ruoli e impegni alti nella curia nuorese. Pietro Maria Marcello vicario generale in diocesi e prelato d’onore di Sua Santità. Perché la religiosità popolare ha radici profonde. Le architetture medievali della chiesa di San Giovanni Battista, chiesa di Santa Barbara, gotico-catalano, che contiene il Retablo della Peste di anonimo che per tutti ormai è “Il Maestro di Olzai”, Sant’Anastasio, la chiesa campestre de “S’Anzelu”, mèta di pellegrinaggio e di grande festa.
Nella Settimana Santa tutta la comunità si raccoglie con il parroco don Nicola Porcu nei riti della Passione. «Non è facile oggi offrire prospettive ai ragazzi», sostiene ancora Ladu, «e andare fuori a cercare lavoro è un’impresa ardua: mancano le competenze adeguate di una formazione di qualità e di valore europeo. Le comunità dell’interno sono lasciate sole. L’ufficio più visitato dai cittadini è quello dei Servizi sociali, un tempo era quello dell’Abigeato o per la marchiatura o per i bollettini. Oggi ne discutono gli anziani in piazza Su Nodu Mannu. La campagna era fonte di ricchezza. La legge regionale che passa col nome ambizioso “Riordino degli enti locali”, ci rinchiude ancor di più nel recinto delle povertà. Una strada senza uscita. La trazione è al sud, la Sardegna interna è vagone di coda e molto ansimante».
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Il programma
- Domenica 17 aprile IV di Pasqua: Giornata di preghiera per le vocazioni
Ore 10.00: Apertura Visita Pastorale. Accoglienza della comunità, in particolare con la presenza delle Suore “Figlie della Carità”, le Prioresse, gli Operatori Pastorali e i bambini della Prima Comunione. Celebrazione Eucaristica con Prima Comunione di undici bambini. (Animazione: Coro di Olzai)
Ore 18.00: Rosario e Vespri della comunità, preghiera per le Vocazioni - Lunedì 18 aprile: Giornata della Misericordia
Ore 17.30: Lodi e Santa Messa
Ore 19.30: Visita e benedizione nuova Caserma Carabinieri Olzai Ore 10.30: Visita al Cimitero. Paraliturgia di preghiera per i defunti
Ore 15.30: Nella parrocchia: Liturgia delle Ore: Nona. Esposizione dell’Eucaristia e inizio adorazione. Visita agli anziani e ai malati. Vespri e Benedizione Eucaristica
Ore 20.00: Incontro con le Associazioni: “Croce Azzurra” e “Volontariato Vincenziano” - Martedì 19 aprile: Giornata dell’Eucaristia
Ore 7.30: Lodi e Santa Messa. Adorazione Eucaristica parrocchiale (per tutto il giorno)
Ore 9.30: Visita malati e anziani; e famiglie dei bambini nati recentemente (Vescovo con accompagnatore)
Ore 16.00: continua visita malati e anziani e famiglie dei bambini nati recentemente
Ore 18.00: Rosario, Vespri con la comunità e Benedizione Eucaristica (presieduta dal Vescovo) - Mercoledì 20 aprile: Giornata della Cultura – Memoria del sacerdote Diego Mele
Ore 7.30: Lodi e Santa Messa
Ore 9.30: Visita scuola dell’infanzia: incontro con i bambini, personale e genitori
Ore 11.00: Visita alle Scuole Primaria e Secondaria Statali: incontro alunni e insegnanti
Ore 16.30: Chiesa Santa Barbara: Incontro con i giovani studenti delle Scuole Superiori (dialogo aperto)
Ore 18.00: Chiesa Santa Barbara: benedizione e posa medaglione memoria Diego Mele (contributo storico di Bachisio Porru e Salvatore Tola) – Dibattito aperto a tutti
Ore 20.30: Proiezione - Giovedì 21 aprile: Giornata del mondo del lavoro e comitati feste
Ore 7.30: Lodi e Santa Messa
Ore 10.00: A S’Anzelu incontro con il mondo del lavoro: operatori agro-pastorali o assimilati, occupati,
Ore : Disoccupati o in cerca di lavoro (adulti e giovani) – Incontro, riflessione e agape fraterna
Ore 18.00: Incontro comitati delle feste. Presentazione e dialogo aperto
Ore 21.00: Vespri e pensiero finale - Venerdì 22 aprile: Giornata della famiglia (luogo di misericordia)
Ore 7.30: Lodi e Santa Messa
Ore 9.30: Visita alla comunità “Figlie della Carità”
Ore 10.30: Conclusione visita dei malati e udienza del Vescovo: incontro di singoli fedeli
Ore 16.00: Raduno delle famiglie a S’Anzelu: bambini, ragazzi, giovani e adulti. Momenti di festa per i bambini, riflessione e dialogo con gli adulti (consegna del Vangelo)
Ore 20.30: Momenti di preghiera finale - Sabato 23 aprile: Giornata conclusiva della Visita Pastorale
Ore 7.30: Lodi
Ore 9.00: Incontro libero col Vescovo
Ore 10.30: Eucaristia – Chiusura della Visita Pastorale di Olzai
Ore 13.00: Pranzo con i familiari del Parroco
Il Parroco e i Collaboratori