Quella strana porzione di periferia tra la guglia dell’ospedale e la pineta di Ugolio
di Matteo Marteddu
Per essere più sicuro, don Tonino Carta, sulla sua scrivania, ha la mappa “Google-earth” della parrocchia. Non che non conosca strade, vie e palazzi – lo precisa con accento montagnino – ma il quartiere è vasto e collocato nel crocevia della storia degli ultimi decenni della città di Nuoro. Dalla sua stanza non vede tanto, quel torrione non solo divide spazi e paesaggi, quasi divide in due la Barbagia. E San Francesco veglia sia sull’ospedale, maestoso nella sua grandezza, sia sulla parrocchia, o meglio su quello che c’è della parrocchia.
La visita pastorale dal 12 marzo, la presenza per una settimana di monsignor Marcìa, costituirà un focus di attenzione per temi, problemi, dinamiche antiche e attuali. In una parte di città che si stacca verso la vecchia uscita del caseificio, testimone di operosità antica con segni freschi di ripresa. Anche sulla vasta area di Prato Sardo don Tonino estende la cura delle anime, col susseguirsi di delusioni e speranze, di crisi angoscianti e tentativi di forte resistenza. Dalla collina boscosa di Biscollai, con le scuole ma salva dall’assalto delle cubature aggressive, alla pineta di Ugolio. Spazi liberi, degradanti verso Su Littu, Cantare Friscu, Ocripunzos e Punta Dionisi. Persino il vecchio treno, da qualche settimana ha ripreso ad ansimare in quei sinuosi tornanti verso il cuore della città. Luoghi di aggregazione e di sport, con uomini, donne, giovani e anziani che qui, di fronte alla chiesa di San Francesco, ogni mattina cercano di recuperare nove energie: parco incastonato tra le tre croci di Punta Dionisi e Nuraghe Ugolio, con le torri e le visibili capanne del villaggio, spazi di forte impatto emotivo. Lo testimonia il web, «Passeggiare alle 5 del mattino per tutta la pineta è rilassante. Gustarsi l’alba dal nuraghe Ugolio non ha prezzo», e ancora: «Nuraghe e tre croci veri traguardi… Esperienza mozzafiato e luogo pieno di gente la mattina presto». Le tre croci, idea e sentire di don Salvatorangelo Chessa, uno dei parroci che aveva gettato lo sguardo oltre l’asfalto di via Mannironi.
L’aveva capito il vescovo Giovanni Melis dai primi anni Ottanta. Occorreva dare, scrive nella bolla di costituzione della parrocchia, assistenza religiosa a quel centinaio di nuclei familiari che si insediavano nel quartiere di Biscollai. Non era più sufficiente quella istituita nel 1961, strettamente legata all’ospedale San Francesco. Il santo restava, ma occorreva fare di più. La chiesa segue le persone, soprattutto quelle che vivono, lavorano, si fanno casa. «La parrocchia ospedaliera non ha ragione d’esistere. Le degenze, l’urgente mortis periculo, è delegato ex-jure ai cappellani. Sopprimere quella parrocchia e istituirne un’altra, con lo stesso titolo. Noi seguiamo le famiglie del quartiere, ove la popolazione è in via di sviluppo, in conformità al piano abitativo del comune di Nuoro». Ospedale addio? E …no! Parrocchia a bocca di fabbrica e qualche anno dopo si è fatto di necessità virtù. Primi anni di peregrinazioni di casa in casa per le funzioni religiose, in attesa della costruzione delle strutture, sino a dover chiedere, per la Messa o altre funzioni, la disponibilità della Cappella mortuaria dell’ospedale, autorizzazione data dal presidente Unità Sanitaria locale, Salvatore Muravera: «Si comunica che con provv. 572 del 30.3.1982 … si può utilizzare la Cappella mortuaria dell’ospedale ». Messe, battesimi e funzioni varie, magari …col morto in mezzo. E anche lui ne beneficiava.
La parrocchia cresceva, insieme al quartiere. Nomi altisonanti per le vie, da Mannironi ad Antonio Segni, da Pertini, a Cicerone, Orazio, Apuleio, politici e il meglio della letteratura classica. Ha preso corpo la fisionomia odierna del quartiere. Come notava a metà anni Novanta, Gianni Pititu sulle pagine dell’Unione, «C’è periferia e periferia. La parrocchia di San Francesco sovrintende a una parte di città stranissima. Quella specie di guglia che è l’ospedale divide in due il quartiere, Ugolio o Biscollai, due località distinte, ma spesso vengono confuse. A valle della mole ospedaliera, le villette della Nuoro bene, a monte le palazzine popolari. Da un lato giardini e case unifamiliari, dall’altro casermoni anonimi, alveari senza identità ». O dalle parole di don Giovanni Carta, parroco in quegli anni «La grande piaga è la povertà di tante famiglie. C’è gente che ha bisogno del pane quotidiano. Ottanta nuclei familiari, fabbrica Ottana. Industria spenta, si sopravvive. Palazzine per sfrattati, miseria fisica e morale che fa tremare le vene ai polsi… Noi lavoriamo, il Signore farà la sua casa. Questo è consolante». Non è stato facile farla la casa, almeno quella materiale. Per un contenzioso su 18 metri quadri di esproprio, furono bloccati i lavori della nuova chiesa. Tutto ancora si svolge in quello che doveva essere l’oratorio. Si ergono a fianco i muri scrostati dell’incompiuta. E si attendono tempi migliori, perché se un giudice ha dato ragione alla parrocchia, nel frattempo i soldi hanno preso il volo. Ma fede e speranza sono indomabili. E nel quartiere, che ha nella mobilità la sua caratterizzazione antropologica, anche i parroci si sono alternati, da don Andrea Buttu, don Gavino Buttu, don Giovanni Carta, don Salvatorangelo Chessa, don Antonio Sedda, don Tonino Carta. E speranza danno ragazzi e ragazze che occupano, confinanti con la chiesa, il campo di calcio o di softball, dando la cifra di nuove generazioni che spingono al cambiamento. Accompagnati dal lieve fruscio del vento sulle fronde dei pini e dei lecci nella affollata pineta di Ugolio.
© riproduzione riservata
***
Il programma
- Domenica 12 marzo
Ore 10.15: Incontro comunità parrocchiale
Ore 10.30: Arrivo del Vescovo accoglienza
Ore 11.00: Santa Messa di apertura della Visita pastorale
Pomeriggio: Incontri personali con il Vescovo
Sera: Incontro con i sacerdoti della parrocchia - Lunedì 13 marzo
Ore 8.00: Celebrazione Lodi
Incontro con gli alunni della Scuola Elementare
Visita all’Associazione Persone Down
Visita ai malati della parrocchia
Ore 18.00: Messa vespertina
Incontro con il Comitato spontaneo di Quartiere - Martedì 14 marzo
Ore 8.00: Celebrazione Lodi
Incontro con gli alunni della Scuola Media
Visita alla Caserma del Comando Provinciale della Polizia Stradale
Visita ai malati della parrocchia
Ore 16.00: Incontro con associazioni e gruppi: OFS, AdP, Coro, Aler, Ministri Eucaristia, Caritas, pulizia chiesa, Lettori, persone disponibili
ore 18.00: Messa vespertina
Incontro con famiglie - Mercoledì 15 marzo
Ore 8.00: Celebrazione Lodi
Visita all’Istituto tecnico e all’Eliporto 118
Visita ai malati della parrocchia
Ore 16.15: Incontro con i bambini del catechismo, i genitori e le catechiste
Ore 18.00: Messa vespertina
Incontro con le catechiste - Giovedì 16 marzo
Mattinata libera
Ore 16.00: Incontro cittadino con il mondo della sanità: ADI, Oftal, Unitalsi, San Vincenzo, Caritas; Personale ospedale: Dirigenti, Medici, Infermieri, Volontari, Tecnici, Impiegati, AVO…
Ore 18.00: Messa vespertina Incontro con famiglie
Ore 20.00: Ultreja - Venerdì 17 marzo
Ore 8.00: Celebrazione Lodi
Giornata eucaristica-penitenziale: adorazione e disponibilità per la riconciliazione
Ore 17.30: Via Crucis
Ore 18.00: Santa Messa per i defunti della parrocchia
Incontro con famiglie - Sabato 18 marzo
Ore 8.00 Celebrazione Lodi
Visite alle famiglie e ai malati
Ore 15.30: Incontri col Vescovo
Ore 16.30: Incontri famiglie
Ore 18.00: Solenne celebrazione della Santa Messa e chiusura della Visita pastorale