Il testo dell’omelia pronunciata dal Vescovo domenica 21 gennaio in Cattedrale
alla solenne Celebrazione eucaristica per la conclusione della Visita pastorale.
+ Mosè Marcia
Il senso di questa celebrazione è rendere grazie al Signore del dono della visita pastorale. L’abbiamo vissuta non come un dovere istituzionale, ma come veramente deve essere «un autentico tempo di grazia e momento speciale, anzi unico, in ordine all’incontro e al dialogo del Vescovo con i fedeli». Ho volutamente e deliberatamente “lasciato ad altri delegati l’esame delle questioni di carattere amministrativo”, e ho privilegiato l’incontro con le persone, a cominciare dal parroco e dagli altri sacerdoti. È stato un momento in cui ho esercitato più da vicino «per il popolo il ministero della parola, della santificazione e della guida pastorale, entrando a più diretto contatto con le ansie e le preoccupazioni, le gioie e le attese della gente e potendo rivolgere a tutti un invito alla speranza». È stato molto bello, al mattino, iniziare la giornata pregando con quella comunità…
Tempo di Grazia. Lui, il Signore Risorto, da Risorto è passato in mezzo a noi, a noi malati, anziani, e giovani disoccupati e in mezzo alle nostre case, per rinnovare la nostra fede in Lui e nella Sua Chiesa. Lui piagato, ma risorto, vivo, ha dato conforto, a persone agli arresti domiciliari, a famiglie in tensione e in crisi, a famiglie colpite dall’esperienza recente della morte naturale o violenta. Lui pur piagato si è fatto vicino da risorto a mamme affrante e a coniugi abbandonati.
Lui, il Risorto da Buon Samaritano, si è chinato a fasciare le piaghe dei malati di SLA, dei malati terminali, ha portato speranza nei lutti improvvisi e negli abbandonati da noi società o che per loro scelta vivono da soli nell’abbandono.
È stato vero Tempo di Grazia, incontrarLo e sentirci da Lui incoraggiati a farci carico dei piccoli, e, come un dovere improcrastinabile, farci carico dell’unità, tanto desiderata e tanto disattesa. È stato ancora Lui a incoraggiarci a vivere in modo sempre più autentico la pagina evangelica dell’attenzione verso chi è nel bisogno, nelle case private dove ci sono persone anziane o persone disabili e nelle case istituzionali create per dare loro conforto.
Tempo veramente di Grazia… Come non ricordare la risposta di un novantenne alla domanda “Cosa ricorda di più bello nella sua vita?”. Senza un momento di esitazione rispose: «La predica del giorno della mia Cresima». Perché?, domandai stavolta incuriosito. «Il Vescovo – rispose – quel giorno disse “Dio è con noi!” e da 90 anni vivo in questa certezza».
Potrei forse dimenticare la coppia, i coniugi, che da 53 anni sposati con il sacramento nuziale, lui, lo sposo, assiste la sposa che da 32 anni è solo un vegetale nel suo letto di malattia. Sono le piaghe del Signore, ma del Signore Risorto che cammina accanto a noi, sempre.
Come ci ricorda quel novantenne, Dio è con noi, e anche quando noi crediamo di camminare lontani da Lui, Lui è con noi. Ma per lasciarci ancora visitare da Lui, accostiamoci un attimo alla Sua Parola che oggi attraverso la liturgia ci rivolge. accogliendo alcuni stimoli che ci propone. Ascolteremo domenica prossima che la gente si stupiva nell’ascoltarLo perché parlava con autorità non come gli scribi. Ma stupisce anche oggi nel Vangelo di questa terza domenica del tempo ordinario.
Stupisce perché parla di Dio, non parla d’altro. Non parla di politica o di cronaca, non fa neanche morale. Parla annunciando un fatto che sta avvenendo proprio con Lui, in mezzo a noi adesso: “Il tempo è compiuto …”. È giunto il tempo. È il momento propizio, questo. Questo è l’oggi, l’adesso, in cui Lui incontra me. Nella visita pastorale principalmente nelle scuole materne, ma non solo, i bambini mi accoglievano cantando Gesù che passa, proprio qui. E quando passa tutto si trasforma: via la tristezza e viene l’allegria. È un canto per bambini ma forse dovremo cantarlo anche noi: Gesù passa… “Il tempo è compiuto e il regno di Dio è vicino …”. È presente! …, vi incombe, non vi circonda, ma ci siamo noi dentro. «Sono qui Io, Il Risorto, cammino tra voi. Non abbiate paura: sono Io (Nolite timere, ego sum!)».
Ecco: Gesù annuncia e realizza la Bella Notizia, il Vangelo, la realizza in Se stesso. È Lui la bella notizia, Lui il Risorto è con noi, cammina con noi. La Sua vicinanza è per tutti. È stata questa la Visita Pastorale: Lui Unico Vero Eterno Pastore, Lui il Risorto, l’abbiamo visto con noi. No, no, non è il Vescovo, ma Cristo in mezzo a noi, a noi, Sua Chiesa.
Questo annuncio di Gesù, tornando al Vangelo, avviene dopo che Giovanni viene arrestato. Giovanni è cugino di Gesù, poco più grande di Lui, appena sei mesi! Siamo in un contesto di dolore in famiglia: Gesù – lo sposo – perde Giovanni, parente, “amico dello sposo”. È lutto in famiglia e in questo clima avviene l’annuncio: Dio è con noi! “Il regno di Dio, Dio stesso, è presente, è in mezzo a noi.
Credete al Vangelo. Fidatevi di me. I problemi ci sono e non pochi (e ne ho potuto toccare con mano tanti durante la visita) ma, ci dice il Risorto, fidatevi di me, credete al Vangelo, che sono Io. Io sono in mezzo a voi, in mezzo ai vostri problemi, non sono a vostro fianco ma dentro ai vostri problemi.
Quindi, se ci sentiamo unici artefici della nostra vita, non ci fidiamo di Lui. I primi quattro apostoli sono impegnati nel lavoro: Simone e Andrea suo fratello gettano le reti in mare, Giacomo e Giovanni le riassettano. Aggiustano, riparano i guasti che il lavoro, la pesca ha provocato. Ma: Fidatevi di me! Credete al Vangelo, Credete in me. Venite dietro di me. Seguitemi!
Gli apostoli non capiscono ma si fidano. Seguire Lui, il Maestro, sorprende sempre, chiede l’impossibile… “Pescatore di uomini”! Sarebbe impossibile se non ci fosse Lui, che precede, che guida. che segna e dà il passo…
Convertitevi. Siete pescatori? Restate pescatori, ma in modo differente, non di pesci ma di uomini. Sei Vescovo, resta vescovo, ma vivilo in modo differente, fidati di me, convertiti a me. Sei sacerdote, resta sacerdote. Sei Parroco, resta parroco ma vivilo in modo differente, fidati di me, convertiti a me.
Sei padre, madre di famiglia; sei figlia o figlio di famiglia, sei studente, lavoratore, datore di lavoro, continua a essere ciò che sei, ma vivilo in modo totalmente differente, fidandoti di me, convertendoti a me.
Osserviamo la prima lettura. Ciro permette agli israeliti esiliati di rientrare a Gerusalemme e addirittura di ricostruire il Tempio e la loro stessa società. Gerusalemme in questo modo diventa città di tutti e accogliendo tutti, gli israeliti si contaminano e lasciano lo spirito dei Padri. Sorgono due figure: Esdra, a livello religioso, e Neemia, a livello politico, che spingono verso il ritorno alle origini, alla religione dei padri.
In questo contesto va collocata la figura di Giona, che percorre in lungo e in largo la città di Ninive, e predica, anche contro voglia, la conversione al Signore Dio di Israele. Il popolo si converte e Giona sparisce, come sparì l’apostolo Filippo dalla vita dell’Eunuco, dopo averlo portato col Battesimo, a vivere una sua vita di relazione diretta con il Signore Gesù.
Con questa celebrazione nel dire Grazie al Signore del dono della visita pastorale, dobbiamo accogliere l’invito del Vangelo, a convertirci e a fidarci di Cristo Risorto che, pur piagato, è sempre con noi. Se la Visita, del vescovo itinerante nelle nostre comunità, come la predicazione di Giona, è finita, non è finita la presenza del Signore in mezzo a noi! Non è finita la Visita dell’Unico Vero Eterno Pastore: Cristo Risorto in mezzo a noi. La vera e autentica visita pastorale, allora è in atto, anzi è appena iniziata!
Grazie Signore che ci vuoi e ci fai Tua Famiglia, Tua Chiesa: continua a camminare sempre con noi.
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Galleria, le immagini della celebrazione
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Nella sezione del sito dedicata è possibile visualizzare i documenti, le immagini e leggere le parole che hanno scandito il cammino di questi due anni di paese in paese, con la presentazione di ciascuna comunità e le omelie del Vescovo.