Ogni anno durante la Quaresima «siamo invitati ad una celebrazione che si qualifica come preludio tanto del Venerdì Santo, quanto della Pasqua. È la Giornata dei Missionari Martiri, giorno di preghiera e di digiuno. Missio Giovani, erede del Movimento Giovanile Missionario, che propose, per la prima volta nel 1991, la celebrazione della Giornata alle Chiese in Italia, si fa promotrice – come scrive nel messaggio di presentazione della Giornata Giovanni Rocca, Segretario nazionale Missio Giovani – di una imperdibile occasione di ascolto verso le donne e gli uomini che spendono la propria vita per la causa del Vangelo; orecchie e cuori aperti alla voce soffocata dei popoli oppressi che i missionari incontrano ogni giorno sulle strade del mondo».
La scelta della data non è affatto casuale: il 24 marzo del 1980, infatti, monsignor Oscar Romero veniva assassinato a San Salvador da militari suoi connazionali, fedeli al regime.
«La voce dei martiri, che è Voce del Verbo, del Dio fattosi uomo per manifestare la sua vicinanza alla fragilità della vita, diventa da sempre seme, germoglio per le comunità cristiane. Non è un caso che i primi santi della Chiesa siano stati proprio dei martiri, annunciatori del Vangelo liberatore di Cristo, pilastri della fede che proclamiamo ancora oggi. Come il Nazareno innalzato sulla croce, il martire, nella sua debolezza, rimane fedele fino all’ultimo istante alla promessa ricevuta e ricambiata a Dio: pace, giustizia e speranza per tutti i popoli della Terra. Per questa 30ª edizione della Giornata abbiamo voluto sottolineare proprio l’aspetto della voce».
Per la Diocesi la Giornata riveste quest’anno un particolare significato vista la prossima beatificazione di padre Giovanni Antonio Solinas prevista per il 2 luglio a Oran, in Argentina.