Messa Crismale: rientrare nel sì del sacerdozio

Il Giovedì Santo è porta del Triduo pasquale, giorno della benedizione degli oli, memoriale dell’istituzione del sacerdozio. In un’immagine, il Vescovo e i sacerdoti a fargli corona nel presbiterio della Cattedrale, tutti partecipi del sacerdozio di Cristo: il pastore e i suoi, che a lui rinnovano le promesse fatte nel giorno dell’Ordinazione.
E l’invito a «rientrare nel sì pronunciato con entusiasmo il giorno dell’Ordinazione» è risuonato forte nelle parole che il Vescovo ha rivolto ai presbiteri: «oggi – ha detto – è l’occasione di chiederci: a che cosa ho detto sì? cosa comporta questo sì?». La risposta è nelle parole della Preghiera eucaristica II con la quale i ministri ringraziano il Padre per essere stati ammessi alla sua presenza, che significa stare davanti a Lui, con lo sguardo rivolto a Lui. «La nostra “professione” – ha spiegato il Vescovo – è stare, essere per lui, stare dritti anche nelle correnti avverse, stare dritti nella verità e nell’impegno per il Regno». Ammessi alla sua presenza per compiere il servizio sacerdotale, continua la Preghiera: «l’arte del celebrare – ha proseguito il Vescovo – deve essere una cosa sola con l’arte del vivere. Questo comporta familiarità con Dio, mai si trasformi in abitudine».
Il sacerdozio è allora un “passaggio di proprietà”, significa essere tolti dal mondo ed essere messi da parte per Dio, a Lui bisogna abbandonarsi. Nel sì  – ha ricordato – «abbiamo rinunciato alla autorealizzazione, si tratta di un grande sì da compiersi in tanti piccoli sì in particolare nell’attenzione alla propria comunità».
«Con voi condivido l’altare e l’Eucaristia – ha concluso il Vescovo -, chiediamo insieme allo Spirito il dono del consiglio, illumini le nostre scelte, ci fortifichi per non perdere la certezza che Lui è vivo in mezzo a noi».

La celebrazione, solenne, era cominciata con l’ingresso dal portone centrale della Cattedrale, una lunga teoria di casule bianche dietro alla croce che si sono poi fatte coro nel rinnovare le promesse. Alcuni posti vuoti per l’età avanzata o le condizioni di salute precarie, a quei confratelli il ricordo commosso della preghiera. Poi la liturgia della benedizione degli oli, l’olio degli infermi, quello dei catecumeni, il crisma sulla cui ampolla il Vescovo ha soffiato prima di pronunciare l’orazione. Sono gli oli che tengono insieme l’Anno liturgico e accompagnano tutta la nostra vita. I sacerdoti li porteranno lo stesso giorno nelle loro parrocchie, in processione, alla Messa della Cena del Signore. Ma prima c’è ancora il tempo di condividere e ricordare il giorno del loro sì, distante nel tempo o fresco di un anno appena.

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Ascolta l’omelia del Vescovo

 

Le immagini della celebrazione

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