+ Mosè Marcia
Natale! “Potrebbe sembrare una provocazione”! ricordate a Rozzano, l’Istituto Garofani? A ben riflettere quel preside non ha detto nulla di nuovo. Simeone, «uomo giusto e timorato di Dio», l’aveva già annunciato, duemila anni fa, in quel primo Natale, prendendo in braccio quel bimbo, «Egli è qui per la rovina e la risurrezione di molti – e aggiunse – segno di contraddizione perché siano svelati i pensieri di molti cuori». È sconcertante! Col solo fatto che nasce, questo bimbo, costituisce una critica decisiva alla coscienza, al pensiero dominante di allora e di oggi. Mette a nudo i pensieri, i sentimenti più intimi dei nostri cuori! La sua nascita è una luce che invade la parte più nascosta della coscienza, quella parte che se rimossa darebbe pace alla nostra vita, ma è la parte cui siamo maggiormente attaccati, e non vogliamo perdere! Spunta in noi il nostro Erode, pronto a fare carte false, ma da quella posizione non si torna indietro!
Natale: nasce un bimbo! Ancora non parla e già annuncia una novità che spazzerà via il vecchio regime! Sorge una perfetta contrapposizione e alternativa fra il potente re e il nuovo pretendente: un neonato! La collera di Erode è l’ultimo respiro del vecchio ordine, che in me non vuol morire, del “si è fatto sempre così”, il disperato tentativo di continuare sulla vecchia strada! Sulle mie indomite abitudini! Muoiano pure gli innocenti, ma devo salvare la mia stabilità, la mia faccia!
Natale! Appena nato, solidarizza e si schiera con i rappresentanti per eccellenza degli emarginati: i pastori! Come sempre nella antichità e non solo, i re, i potenti negano la fine del vecchio ordine e, nella loro cecità, fanno di tutto per conservare ciò che di fatto è già finito. Erode non può negare l’evidenza, non può arrestare la fine! Lui, il re, muore e il bambino ritorna dall’Egitto verso il suo futuro. Erode viene estromesso: non è lui il vero re, ma lo è quella tenera e fragile vita, che si apre nella pace di una stalla!
Natale! Nasce un bimbo! Autentico provocatore! Effettivo rivoluzionario! «Ha disperso i superbi nei pensieri del loro cuore; ha rovesciato i potenti dai troni, ha innalzato gli umili; ha ricolmato di beni gli affamati, ha rimandato i ricchi a mani vuote» (Lc 1,51-53). Forse il preside ha ragione: Meglio non celebrare il Natale, è troppo destabilizzante, è troppo sconvolgente, è troppo scomodo!
Cari lettori, fedeli e uomini di buona volontà, permettetemi di urlare ai quattro venti: Buon Natale!
Buon Natale! Sì, voglio augurare a me e a ciascuno di voi quel Natale che destabilizzando le nostre abitudini, rivoluzionando i nostri schemi mentali, sconvolgendo i nostri stili di vita, rimuova da noi quel “Erode” che si nasconde nel nostro intimo e uccide la nostra innocenza!
Buon Natale! Quel Natale che allontani dalla nostra coscienza “Erode” il mostro, che pur di tenersi la propria poltrona, della comodità, del perbenismo, del saccente, dello spara sentenze, uccide l’innocenza e con l’innocenza la speranza in noi e intorno a noi, nei piccoli e nei giovani. Possa questo Natale trovarci attenti a quanti senza sicurezze, senza lavoro, senza famiglia, vagano smarriti nella società, siano essi giovani o adulti con responsabilità.
Buon Natale! Quel Natale gustato dai pastori, gli ultimi che, pur bistratati da tutti, ritornano ai propri ovili felici, lodando Dio e cantando la pace del loro cuore! Il Bimbo che ci è dato ci trovi attenti e pieni di misericordia verso quanti stanno alla porta e bussano e verso quanti non sopportando la nostra esistenza, ci vorrebbero relegati nei nostri ovili.
Buon Natale! Quel Natale che, come Maria, ci trovi attenti a conservare nei nostri cuori, quanto quel bimbo, volto della Misericordia divina, con la Sua tenerezza, ci dona e solleciti in noi uno stile di vita che nella sobrietà e silenzio ci faccia scorgere compagni di vita di tanti assettati di pace e di unità. Quell’unità dei figli di famiglia, riuniti alla stessa mensa, quella del Padre.
Buon Natale.
© riproduzione riservata
L’immagine. La Santa famiglia è opera di don Salvatore Goddi, parroco di Lula e Onanì.