Il Movimento per la Vita, con le socie del Centro di Aiuto alla vita di via Alagon 11 a Nuoro, in occasione della Giornata nazionale per la vita del 3 e 4 febbraio prossimi, offre come tradizione le primule in tutte le parrocchie della diocesi di Nuoro e nei paesi della provincia. Nell’occasione le volontarie del Centro – che ringraziano i fedeli nuoresi per la solidarietà dimostrata negli anni precedenti – saranno presenti anche nella hall dell’ospedale San Francesco di Nuoro e al centro commerciale di Pratosardo. Il ricavato delle offerte sarà destinato all’autofinanziamento del Centro che aiuta madri in difficoltà senza distinzione di nazionalità e religione. Nel 2017 sono state aiutate 84 mamme e i loro bimbi da zero a due anni.
«“L’amore dà sempre vita’: quest’affermazione di papa Francesco, che apre il capitolo quinto dell’Amoris laetitia, ci introduce nella celebrazione della Giornata della Vita 2018, incentrata sul tema Il Vangelo della vita, gioia per il mondo, questa l’apertura del Messaggio del Consiglio episcopale permanente della Cei per la 40ª Giornata nazionale per la vita.
Nel messaggio i vescovi richiamano l’ammonimento del Santo Padre sui «segni di una cultura chiusa all’incontro» che «gridano nella ricerca esasperata di interessi personali o di parte, nelle aggressioni contro le donne, nell’indifferenza verso i poveri e i migranti, nelle violenze contro la vita dei bambini sin dal concepimento e degli anziani segnati da un’estrema fragilità». Il Papa, sottolineano, «ricorda che solo una comunità dal respiro evangelico è capace di trasformare la realtà e guarire dal dramma dell’aborto e dell’eutanasia; una comunità che sa farsi ‘samaritana’ chinandosi sulla storia umana lacerata, ferita, scoraggiata». Per questo, «si aspetta dai cristiani l’annuncio della buona notizia per vincere la cultura della tristezza e dell’individualismo, che mina le basi di ogni relazione».
Il punto iniziale per testimoniare il Vangelo della vita e della gioia, scrivono i vescovi, «è vivere con cuore grato la fatica dell’esistenza umana, senza ingenuità né illusorie autoreferenzialità». Il credente diventa discepolo e, «mentre impara a confrontarsi continuamente con le asprezze della storia, si interroga e cerca risposte di verità». Un cammino di ricerca in cui «sperimenta che stare con il Maestro» lo conduce «a gestire la realtà e a viverla bene, in modo sapiente, contando su una concezione delle relazioni non generica e temporanea, bensì cristianamente limpida e incisiva».
«La Chiesa intera e in essa le famiglie cristiane, che hanno appreso il lessico nuovo della relazione evangelica e fatto proprie le parole dell’accoglienza della vita, della gratuità e della generosità, del perdono reciproco e della misericordia – conclude il Messaggio dei vescovi -, guardano alla gioia degli uomini perché il loro compito è annunciare la buona notizia, il Vangelo. Un annuncio dell’amore paterno e materno che sempre dà vita, che contagia gioia e vince ogni tristezza».
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