Il 12 dicembre, la 3a domenica del cammino di avvento, ritorna la Giornata del seminario. L’ultimo appuntamento risale alla fine del 2019 ed è saltato lo scorso anno per ragioni ben note. «Avremmo voluto recuperare la giornata del 2020 in prossimità della data di Pasqua di quest’anno. Ma, considerando la difficile situazione anche finanziaria delle nostre realtà parrocchiali dinnanzi alle ripetute restrizioni, per rispetto abbiamo preferito annullarla», afferma il rettore don Luciano Monni. Infatti, uno degli obiettivi della giornata è anche quello di sostenere economicamente la comunità del seminario, anch’essa provata dalla crisi pandemica, nella misura in cui ogni libero contributo diventa segno di un’attenzione particolare che si esprime anzitutto nella preghiera e crea un senso di reciproca appartenenza. La realtà di ragazze e ragazzi che accolgono in germe la chiamata di Dio e riflettono sulla vita consacrata non è un fatto privato, interessa l’intera diocesi e la Chiesa tutta a partire dall’invito di Gesù, il quale ci chiede di pregare «il padrone della messe perché porti operai nella sua messe». I dati dell’ultimo rapporto della Conferenza episcopale italiana svelano che in soli dieci anni la flessione vocazionale ha toccato quota 28%: in cinquant’anni i seminaristi sono più che dimezzati.
Don Michele Gianola, sottosegretario della Cei, dichiara che «questa situazione non deve farci perdere la speranza. L’attenzione della Chiesa, oggi, deve essere orientata a tutte le vocazioni, non solo a quella presbiterale».
Nel seminario vescovile di Nuoro sono cinque gli alunni, accompagnati da don Luciano, dal padre spirituale don Gesuino Monni e da don Luca Mele. Nel seminario maggiore di Cagliari, tra la sessantina di giovani provenienti da tutta l’isola e guidati dal nuovo rettore don Riccardo Pinna e dall’equipe formativa di cui fa parte anche don Paolo Carzedda, ci sono altri cinque studenti della nostra diocesi, più il diacono don Rosario Mesina che ha appena conseguito il bacciellerato in teologia.
«Il 12 dicembre si inserisce tra la fine dell’anno giubilare dedicato a San Giuseppe e l’avvio dell’itinerario sinodale – precisa ancora il rettore – . Il seminario non può ignorare l’orgoglio di sentirci parte della comunità ecclesiale per metterci in ascolto sull’esempio del padre putativo di Gesù, patrono della Chiesa e “custode delle vocazioni”, come lo ha definito il Papa nel 58° messaggio per le vocazioni».
Da questa considerazione nasce lo slogan per la giornata: Chiamata e sinodalità: la vocazione come ascolto. Un invito alle parrocchie per saper discernere i segni della chiamata divina specialmente tra i piccoli e valorizzare le sensibilità di chi manifesta un’attenzione particolare o un’attrattiva più forte nelle realtà liturgiche e pastorali, a iniziare dal gruppo ministranti. «Un ragazzo come anche un giovane desidera e cerca persone che si sintonizzino con le sue domande e i suoi dubbi – dice il vescovo Antonello Mura –. La vocazione, prima di tutto quello della vita, si realizza col sentirsi ascoltato. Quella sacerdotale ha bisogno inoltre di un accompagnamento credibile, di una complicità educativa che permetta di fidarsi e di affidarsi continuamente, fino al dono totale di sé». Per questi ragazzi il seminario offre occasioni di amicizia e preghiera con i fine settimana vocazionali, di solito a cadenza mensile, e la visita alle singole comunità come esperienza di fraternità che inizierà a breve, dopo gli ingressi dei nuovi parroci, con la prima tappa a Gavoi. A proposito di condivisione, proprio il prossimo fine settimana, per felice coincidenza, il seminario maggiore della Sardegna e quelli minori dell’isola, unitamente ai giovani che vivono esperienze di discernimento vocazionale nelle singole diocesi, si incontreranno a Cagliari per ritrovarsi e rinnovare insieme l’atto di affidamento alla Vergine Maria, simboleggiato da un cuore votivo contenente i nomi dei seminaristi.