L’omelia del vescovo Mosè Marcia ai funerali
Dopo quasi 61 anni di servizio sacerdotale, don Pietro è andato a ricevere il premio e noi siamo qui a rendere testimonianza del suo servizio. Vogliamo essere la sua lettera di raccomandazione presso Dio, se mai avesse bisogno di una nostra raccomandazione. Vice parroco a Orosei, Dorgali e Cattedrale nei primi anni del suo sacerdozio, ha posto se stesso per oltre cinquant’anni al servizio diretto della diocesi, qui nella sua Cattedrale fungendo da collaboratore parrocchiale e impegnato come Canonico penitenziere, Vicario giudiziale, Promotore di giustizia, Difensore del vincolo e Cancelliere vescovile. In quest’ultimo servizio ho avuto modo di apprezzarne la sua delicatezza e signorilità. Uomo e sacerdote umile, non lasciava ad altri né a domani ciò che doveva fare lui oggi, e in tutto fedelissimo! Un mio desiderio se veniva da me espresso, diventava per lui sua volontà.
Così mi piace ricordarlo in questo anno giubilare della misericordia. Pronto più che a giudicare ad essere pur con i suoi limiti umani, uomo di pazienza e retto, con un parlare schietto, come ci ricorda l’apostolo Giacomo nella prima lettura «il vostro sì sia sì, il vostro no sia no». L’apostolo continua definendo “beati” quanti sopportano con pazienza. Se pure dobbiamo pregare che il Signore abbia pietà di don Pietro per le sue umane fragilità, credo ci lasci anche un bell’esempio nel suo perseverare nella pazienza.
Sacerdote pronto sempre all’obbedienza, abbandonato nella divina e infinita misericordia. Un sacerdote che non si poteva non amare.
«È lecito per un marito ripudiare la propria moglie?» – hanno chiesto i farisei a Gesù, che come abbiamo sentito rispose rimandando alle origini, all’inizio della creazione. «Il matrimonio cristiano, riflesso dell’amore tra Cristo e la sua Chiesa, si realizza pienamente nell’unione tra un uomo e una donna, che si donano reciprocamente un amore esclusivo e nella libera fedeltà», ha scritto papa Francesco nell’Esortazione apostolica Amoris Lætitia sull’amore e sulla famiglia: per questa verità, per questi principi, don Pietro ha speso buona parte della sua vita come Promotore di giustizia e Difensore del vincolo, come Vicario giudiziale e Canonico penitenziere.
A noi sacerdoti credo don Pietro possa lasciare quasi testamento, un insegnamento: leggere, riflettere, meditare e fare proprio l’insegnamento della Chiesa andando alla fonte e con molto tatto, attenzione alla persona, porre la propria riflessione al servizio del prossimo, oserei dire senza prosopopea. Così si spiega il suo impegno apprezzato al Centro famiglia, al servizio delle famiglie e delle giovani coppie che affrontavano le proprie difficoltà.
Spronati dalla liturgia che stiamo vivendo, in obbedienza alla parola che la stessa liturgia ci ha dato, affidiamo alla misericordia di Dio nostro padre l’anima di don Pietro e chiediamo per ciascuno di noi che mai chiudiamo il nostro cuore all’amore di cui lui, Dio, è la fonte.
+ Mosè Marcia
Nato a Bitti il 30 gennaio del 1932, don Pietro Orunesu è stato ordinato sacerdote da monsignor Giuseppe Melas il 3 luglio 1955. Già presidente del Centro famiglia è stato per anni Cancelliere vescovile e direttore dell’archivio corrente della curia. Canonico emerito, ha speso le sue ultime energie al servizio della parrocchia Santa maria della Neve di Nuoro coadiuvando l’amministratore parrocchiale, e ancora a disposizione del Vescovo nell’Ufficio per la Visita Pastorale.
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