La questione della lingua sarda nella pietà popolare e nella liturgia è stata al centro dei lavori dell’ultima riunione della Conferenza episcopale sarda riuntasi lo scorso 4 aprile sotto la guida di monsignor Arrigo Miglio.
«I Vescovi – riporta la nota del segretario Sebastiano Sanguinetti – hanno confermato l’interesse a valorizzare sempre più la lingua sarda nella pietà popolare e nella liturgia, sulla scia di quanto stabilito dal Concilio Plenario Sardo, oltre che nel rispetto delle norme e delle procedure prescritte dalla Santa Sede in materia».
Nel merito della Pietà Popolare e dei molteplici riti e pratiche che la esprimono, «si ribadisce che non vi sono norme universali da seguire o autorizzazioni da richiedere alla Santa Sede. È un campo, pertanto, che ricade nell’esclusiva competenza dell’Autorità Ecclesiastica locale, che trova nella Conferenza Episcopale Sarda la convergenza e la collegialità di tutti i Vescovi, i quali sposano e incoraggiano ogni sana ed equilibrata iniziativa volta all’utilizzo della lingua sarda nelle due principali varianti: quella campidanese e quella logudorese.»
Per quanto riguarda la Santa Messa «entriamo in un ambito più complesso – prosegue la nota – , che richiede l’approvazione da parte della Santa Sede. La Conferenza, individua una strada: quella di una richiesta previa di approvazione “ad experimentum”, alla quale seguirebbe, se vi fossero le condizioni, la richiesta di approvazione definitiva».
Per poter avanzare la richiesta ad experimentum, occorre predisporre una traduzione della Bibbia, la traduzione dell’Ordinario della Santa Messa e quella di una decina di “Messe proprie”, relativamente ai tempi liturgici, alle Solennità del Signore e alla memoria dei Santi.
«Il materiale prodotto – conclude la nota – sarà esaminato dalla Conferenza Episcopale Sarda, prima della presentazione della domanda di approvazione ad experimentum alla Santa Sede».
Nel corso della stessa riunione la CES ha nominato per il prossimo triennio la Delegata Regionale dell’Azione Cattolica Italiana, la professoressa Giovanna Fancello, della Diocesi di Nuoro.
© riproduzione riservata