Sono ad oggi oltre 8.000 le vittime accertate e oltre 20.000 i feriti, ma il bilancio è sempre provvisorio, del sisma di magnitudo 7,9 che ha colpito lo stato asiatico del Nepal nella mattina del 25 aprile, con epicentro tra la capitale Kathmandu e la città di Pokhara, e delle successive forti scosse. Altissimo anche il numero dei dispersi sotto le macerie, in una zona dall’alta densità di popolazione ed in cui le costruzioni sono spesso fatiscenti. Anche nei Paesi circostanti le forti scosse sono state avvertite in modo distinto.
Il 12 maggio un’altra fortissima scossa di terremoto ha di nuovo interessato tutto il Paese e provocando ulteriori decine di vittime e più di 2.000 feriti. La scossa è stata avvertita distintamente nella capitale costringendo le persone ad abbandonare gli edifici e trovare rifugio negli spazi aperti. «Al momento della scossa – spiega Giuseppe Pedron, operatore di Caritas Italiana presente sul posto – tutto lo staff di Caritas Nepal e noi dello staff internazionale stavamo lavorando alle operazioni di soccorso. L’allarme del generatore ci ha avvisato della scossa e siamo tutti corsi all’esterno. Ai piani superiori dell’ufficio alcuni computer e materiale sono caduti. In strada la popolazione atterrita prima e poi febbrilmente intenta a contattare le famiglie. La scossa e l’oscillazione sono stati decisamente forti e lo staff locale conferma che è stata la scossa più forte, dal punto di vista della percezione, dopo quella del 25 aprile».
«Alcune strade sono bloccate dalle frane – prosegue Pedron – e, mentre il Governo si prodiga per ripulire le vie di accesso, continui temporali o tempeste di neve, alle quote più elevate, complicano ulteriormente il fluire degli aiuti. Nonostante tutto Caritas ha già raggiunto oltre 30.000 persone con kit igienici, beni di uso quotidiano e materiali di riparo temporanei. E proprio in queste ore, grazie alla facilitazione dei logisti di Caritas Nepal e di altre Caritas del Network, nuovi carichi di materiale stanno per attraversare una delle difficili frontiere indiane. Proprio ai confini, infatti, molti dei convogli restano bloccati anche per giorni per le verifiche del Governo Indiano, da un lato, sul pagamento delle tasse nazionali e del Governo Nepalese, dall’altro, sulla tipologia dei materiali e delle procedure amministrative. All’aeroporto la situazione è praticamente la stessa e i voli umanitari sono rallentati dal poco spazio gestionale ma anche dalle complicazioni burocratiche».
A causa della straordinaria gravità di questo sisma, dopo lo stanziamento di tre milioni di euro dai fondi dell’otto per mille disposto nei giorni scorsi, la Presidenza della CEI, a nome dei Vescovi italiani, ha indetto una colletta nazionale, da tenersi in tutte le chiese italiane domenica 17 maggio 2015, come segno della concreta solidarietà di tutti i credenti.
Rilanciando la raccolta straordinaria indetta dalla CEI, Caritas Italiana invita le Caritas diocesane ad animare e preparare la colletta del 17 maggio anche attraverso i materiali messi a disposizione in questa pagina. “Mentre continua purtroppo a salire il numero dei morti – ha detto S.E. Mons. Luigi Bressan, presidente di Caritas Italiana – vogliamo come Chiesa italiana far sentire la nostra vicinanza alla popolazione del Nepal, nella preghiera e nella solidarietà concreta. Come in ogni emergenza è altrettanto importante una pianificazione e organizzazione degli aiuti per rispondere in modo mirato alle esigenze delle famiglie colpite. Sono certo che anche questa volta ci sarà una risposta generosa del popolo italiano”. Anche per questo Caritas Italiana ha dislocato in questi giorni in Nepal un suo operatore.
Caritas è presente in Nepal ed è sostenuta negli interventi da Caritas India e da tutta la rete Caritas. Dopo essersi concentrati sugli aiuti agli sfollati nella capitale, da giorni dei team Caritas hanno raggiunto alcune zone più periferiche come Gordkha, Sindhupalanchowk, Nuwakot, Lamjung, Rasuwa, Dhadhing, Kavre e Okheldhuga. Le priorità dei primi giorni restano cibo, acqua e riparo. Finora sono state raggiunte circa 4.000 famiglie e già distribuiti 3.000 teloni cerati e 10.000 tende.
Caritas Nepal ha poi lanciato un piano di intervento organico in favore di 20.000 famiglie (circa 100.000 persone) per i prossimi due mesi, con un costo di oltre 2,5 milioni di euro. Il piano prevede la distribuzione di:
– kit per alloggi temporanei: teloni, corde, materassini, coperte;
– kit di generi non alimentari di prima necessità (lampade ad energia solare, taniche, secchi, pentole e utensili da cucina);
– pastiglie per la potabilizzazione dell’acqua;
– kit igienico-sanitari.
L’intervento è rivolto alle famiglie che le cui abitazioni sono crollate o sono state severamente danneggiate, con priorità per le più vulnerabili quali: donne capofamiglia, minori non accompagnati e disabili. Caritas Nepal prevede anche un accompagnamento e attività di formazione nell’utilizzo dei materiali forniti, oltre che un monitoraggio successivo, anche al fine di prevenire abusi e sfruttamento soprattutto nei casi di maggiore vulnerabilità. Si sta inoltre predisponendo la raccolta dei bisogni per la fornitura di sostegno psicosociale e per l’impostazione di un successivo piano di ricostruzione e riattivazione socio-economica.
Papa Francesco ha seguito fin dall’inizio in preghiera e con grande preoccupazione l’evolversi della situazione, partecipando al dolore di quanti sono stati colpiti. E dopo la recita del Regina Coeli domenica 26 aprile, ha espresso “vicinanza a popolazione colpita” e ha lanciato un appello affinchè “abbiano il sostegno della solidarietà fraterna”.
Il direttore di Caritas Nepal, padre Pius Perumana S.J., ha dichiarato subito dopo il sisma: «Si tratta del peggior terremoto di cui ho mai avuto esperienza; le scosse di assestamento sono state ancora molto forti e da quello che possiamo constatare al momento potrebbe trattarsi di una una situazione di grave emergenza». Al primo esame, ci sono moltissimi danni fisici, con il crollo di molti edifici, e molti altri che presentano crepe. «Grazie al cielo – aggiunge padre Pius – il terremoto si è verificato di giorno e durante una festività, cogliendo quindi molte delle persone all’aperto».
Caritas ha lanciato un appello alla solidarietà internazionale, sottolineando che con 25 euro si possono fornire alimenti liofilizzati per una famiglia per un mese, mentre con 10 euro si può assicurare acqua per una famiglia per una settimana, oppure una tenda per ospitare 3 famiglie, oppure 30 kg di riso, sufficienti per una famiglia per un mese.
Caritas Italiana, da anni presente nell’area anche con propri operatori, ha espresso subito vicinanza nella preghiera ed ha messo a disposizione un primo stanziamento (vedi in particolare comunicato del 26/04/2015) per fornire il proprio supporto a fianco delle Caritas locali e delle popolazioni colpite. Inoltre, grazie anche ai suoi operatori nell’area, resta in costante contatto con le Caritas dei paesi colpiti, in coordinamento con l’intera rete Caritas.
Dall’intera rete Caritas sono già stati messi a disposizione oltre 3 milioni di euro.
Per sostenere gli interventi in corso, si possono inviare offerte a Caritas Italiana, via Aurelia 796 – 00165 Roma, tramite C/C POSTALE N. 347013 specificando nella causale: “Asia/terremoto Nepal” e tramite queste modalità online.
Offerte sono possibili anche tramite altri canali, tra cui:
• UniCredit, via Taranto 49, Roma – Iban: IT 88 U 02008 05206 000011063119
• Banca Prossima, piazza della Libertà 13, Roma – Iban: IT 06 A 03359 01600 100000012474
• Banco Posta, viale Europa 175, Roma – Iban: IT91 P076 0103 2000 0000 0347 013
• Banca Popolare Etica, via Parigi 17, Roma – Iban: IT 29 U 05018 03200 000000011113
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