«Perché a te tutto il mondo viene dietro?» – si chiede frate Masseo nei Fioretti di San Francesco. Da questa domanda è partita la riflessione del Vescovo nell’omelia per la Messa solenne al santuario di Lula dedicato al frate di Assisi. Francesco non è un santo tradizionale – risponde il Vescovo: «È un santo che appartiene all’umanità, appartiene a tutti e supera tutti. Appartiene alla sua società e alla nostra. È amico di chi crede e di chi non crede. Nessuno parla a tutti come Francesco e dopo il Cristo lui è l’unico» – questo in poche parole il ritratto del Poverello.
Perché parla a tutti? – si è chiesto ancora: perché parla all’uomo, è la risposta. Francesco fa una scelta di classe, «sceglie l’ultimo: il lebbroso, il Cristo emarginato, quello escluso, il nessuno per nessuno. Sceglie il morto sociale e civile».
Francesco – ha proseguito il Vescovo – «non era un uomo di preghiera, ma era un uomo fatto preghiera, un uomo-preghiera». Tutto in lui nasceva da una palese e segreta adorazione di Dio e la sua preghiera era un’azione totale, radicale, dinamica. «In lui – ha ancora affermato il Vescovo – il Vangelo ri-diventa incarnato, perciò credibile».
Francesco, infine, è amante dell’uomo e dell’umanità, «di quell’umanità e di quell’uomo che è in lui e si vede amato da Dio. In questo vede tutti gli uomini e tutto l’uomo, tutta l’umanità presente in ogni uomo, amata da Dio e lui non può non amarla».
La Messa è stata preceduta dalla tradizionale processione con il simulacro del Santo mentre la funzione per i pellegrini giunti a piedi da Nuoro è stata presieduta dal parroco di Lula don Salvatore Goddi. Oltre trecento persone avevano camminato nella notte tra il 3 e il 4 ottobre partendo dalla chiesa del Rosario a Nuoro per raggiungere il santuario sui monti di Lula, lì sono state accolte dal priore Antonio Ganga, dai suoi familiari e collaboratori.
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