Il Giubileo sacerdotale di don Andrea
La prima tonsura ricevuta dagli amichetti del rione a pochi giorni dalla cresima e poi quel giorno da servo pastore che gli è valso l’ingresso in seminario: sono le “Storie dal balcone”, ma sarebbe meglio dire dall’ambone, come le ha volute chiamare don Andrea pensando a uno degli eventi del famoso festival letterario. Arriva all’altare sorretto dal parroco don Gianfranco, insieme ai suoi due vescovi, monsignor Mosè Marcia e monsignor Gustavo Zanchetta arrivato dall’Argentina per l’occasione. «Sono grato al Signore perché ha ascoltato la mia ingenuità, la mia testardaggine e mi ha preso sul serio, così a 25 anni sono diventato prete – ha detto don Andrea. Ma sono grato anche per la seconda chiamata, ero animatore missionario nella diocesi di Nuoro incaricato da monsignor Melis e mi sono detto “Se nessuno parte, parto io. Se nessuno va, manda me”. Così è iniziata la missione, un ringiovanire come prete che ha arricchito il mio sacerdozio». La voce si rompe solo quando pensando alle sue condizioni fisiche si rivolge al vescovo, ai vescovi, dicendo: «Se sono ancora utile tenetemi dove sono adesso». Il sacerdote come don Andrea lo intende e lo incarna «non deve essere una bella presenza fisica ma una testimonianza di vita. Spiritualmente mi sento forte e se le energie fisiche vengono meno posso almeno sedermi e ascoltare la gente che vuole consiglio o vuole confessarsi, mi trovano a tutte le ore».
Sono presenti due sacerdoti della diocesi argentina, il vicario generale della diocesi e parroco della Cattedrale don Gabriel e il rettore del seminario padre Martin. All’inizio della celebrazione, a nome della parrocchia di San Gavino, il parroco don Gianfranco ha consegnato a don Andrea un dono da parte della sua gente. (fra. co.)
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