La missione della famiglia oggi
Nella terza e ultima settimana i Padri sinodali si sono confrontati sulla III parte dell’Instrumentum laboris: “la missione della famiglia oggi”, forse la parte su cui si sono maggiormente concentrate attese e attenzioni per la complessità e attualità dei problemi affrontati: il ruolo della famiglia soggetto attivo della pastorale familiare, la preparazione al matrimonio, il ruolo sociale della famiglia, l’accompagnamento di chi vive il matrimonio civile o la convivenza verso la scoperta della grazia del sacramento, l’accoglienza e il sostegno verso le famiglie ferite, l’integrazione dei divorziati risposati civilmente nella vita della comunità cristiana, i matrimoni misti e interreligiosi, l’attenzione pastorale verso le persone con tendenza omosessuale e infine i temi della trasmissione della vita e della responsabilità generativa.
Nella discussione nei 13 circoli linguistici, ogni punto è stato affrontato con la consapevolezza della ricaduta concreta nella vita delle persone. È emersa in tutti i gruppi la necessità di mostrare un nuovo volto di apertura e di accoglienza, un linguaggio rinnovato, attuale e comprensibile, senza affidarsi a formule generiche ma individuando nuovi percorsi pastorali realmente percorribili.
Tutti i circoli minori hanno convenuto sulla necessità che il cammino per realizzare la conversione missionaria della Chiesa passi per la famiglia: una famiglia che sia al centro delle attenzioni, iniziando dalla preparazione al sacramento del matrimonio. Diverse sono poi state le sfumature e i contributi di ogni gruppo.
Il circolo italiano A ha evidenziato la necessità della formazione per il matrimonio e per la vita in famiglia attraverso un cammino di fede permanente che accompagni tutte le età della vita, con una preparazione remota che passa attraverso la trasmissione della fede e dei valori cristiani all’interno delle famiglie, una preparazione prossima che coincide con gli itinerari di catechesi all’interno della comunità, e una preparazione immediata come momento di scoperta del matrimonio come vocazione.
Nel circolo italiano B, è emersa la necessità che le famiglie divengano sempre più soggetti di pastorale e che i presbiteri riconoscano questa soggettività valorizzando competenze ed esperienze di tutti. È emersa inoltre la necessità di prestare attenzione al tema delle donne che hanno subito violenza e al tema dei coniugi (solitamente mariti e padri) impoveriti dalle separazioni.
Nel circolo italiano C ha avuto un’attenzione appassionata il tema dell’accompagnamento di tutte le situazioni problematiche: dalle convivenze e matrimoni civili (si è affermato con forza la necessità di condurle a maturazione liberandosi dall’illusione dell’esperimento per approdare a una scelta matrimoniale definitiva) alle separazioni, ai percorsi di nullità alla luce dei recenti motu proprio e ai divorziati risposati. I Padri hanno convenuto sulla necessità di rimuovere alcune forme di esclusione liturgica, educativa e pastorale, promuovere cammini di integrazione e, per quanto riguarda la partecipazione alla Comunione, discernere le singole situazioni con criteri comuni per tutti. Infine, si è affrontato il tema della generazione e della promozione della bellezza di un’apertura al dono della vita.
Dopo le relazioni dei circoli, gli emendamenti dei Padri sinodali (ben 1355) sono stati riuniti e sintetizzati nella relatio synodi e il documento è stato oggetto di voto nella Assemblea finale, reso poi immediatamente pubblico per volere di Papa Francesco.
Tutti i paragrafi sono stati votati singolarmente e hanno raggiunto la maggioranza qualificata. In particolare, i paragrafi che riguardano l’approccio pastorale alle situazioni familiari con convivenze, separazioni e divorziati risposati, con evidenziata la necessità di discernere e valutare le varie situazioni, sono quelli che hanno raggiunto le maggioranze più basse.
Ha ricordato il Cardinale Marx, presidente della Conferenza episcopale tedesca: «Il Sinodo non è un Concilio, per cui la relazione finale non è un documento magistrale ma consiglia il Papa nelle sue decisioni. Il Sinodo non è quindi alla sua conclusione, ma sta aprendo il cammino alle decisioni del Santo Padre, che valuterà e approfondirà con un proprio documento sulla famiglia le proposte dei Padri sinodali».
Come ha detto Papa Francesco al termine dei lavori: «Che cosa significherà per la Chiesa concludere questo Sinodo dedicato alla famiglia? Sicuramente non significa aver trovato soluzioni esaurienti a tutte le difficoltà e ai dubbi che sfidano e minacciano la famiglia, ma aver messo tali difficoltà e dubbi sotto la luce della Fede, averli esaminati, affrontati senza paura e senza nascondere la testa sotto la sabbia. Significa aver sollecitato tutti a comprendere l’importanza dell’istituzione della famiglia e del Matrimonio tra uomo e donna, fondato sull’unità e sull’indissolubilità, e ad apprezzarla come base fondamentale della società e della vita umana. Significa aver ascoltato e fatto ascoltare le voci delle famiglie e dei pastori della Chiesa che sono venuti a Roma portando sulle loro spalle i pesi e le speranze, le ricchezze e le sfide delle famiglie di ogni parte del mondo. Significa aver dato prova della vivacità della Chiesa Cattolica, che non ha paura di scuotere le coscienze anestetizzate o di sporcarsi le mani discutendo animatamente e francamente sulla famiglia».
Giampiero e Giovanna Deiana
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