Sinodo, la seconda settimana di lavori

Vangelo della famiglia, cuore pulsante del Sinodo

Nella seconda settimana del Sinodo dei vescovi i Padri sinodali hanno discusso sulla seconda parte dell’Instrumentum laboris, che alcuni hanno definito “cuore pulsante” di tutto il Sinodo, quella che intende illustrare ciò che la Chiesa dice sulla realtà della famiglia cristiana, sulla sua vocazione e sulla sua missione e in cui è sintetizzato tutto il Vangelo della famiglia e l’insegnamento della Chiesa sul matrimonio.
L’immagine che emerge dei lavori sinodali è positiva e dinamica, come riferisce nel quotidiano briefing con i giornalisti padre Lombardi, direttore della Sala stampa vaticana. Il clima del Sinodo, contrariamente a certi echi di stampa, è molto sereno e positivo, di grande coinvolgimento di tutti i Padri, e in particolare il lavoro dei ‘Circoli minori’ è una grande occasione di comunione e approfondimento reciproco delle diverse ragioni.
«L’impressione che dà il Sinodo – afferma padre Antonio Spadaro – è quella di un corpo vivo che sta riflettendo su problemi reali. Quello che stiamo vivendo è un vero processo di discernimento: le gioie dello stare insieme, del parlare e del discutere, ma anche le difficoltà e addirittura le tentazioni che un reale discernimento può portare con sé. Quindi un momento molto delicato in cui si comprende che è in gioco il rapporto fra la Chiesa e il mondo».
Il cardinale Koch, parla di un Sinodo nel quale emergono diverse personalità e questioni differenti in uno scambio positivo: «Non ci può essere – dice – contraddizione fra teologia e pastorale che sono legate fra loro». Il cardinale Pell commenta la presunta contrapposizione tra Verità e Misericordia negata durante i lavori dai padri sinodali: «La Chiesa è come una madre e maestra – spiega il porporato. E una madre saggia non sempre dà ai figli tutte le cose che loro vogliono. Perché la madre è molto interessata non soltanto ai deboli ma a tutti i figli e vuole lavorare per mantenere la salute della famiglia».
«Non dimentichiamo che la misericordia è il cuore del Vangelo – sottolinea monsignor Forte. Questo Sinodo sta cercando di capire come questo primato della misericordia possa essere applicato in tutte le forme di vita pastorale nei confronti della famiglia e in particolare delle famiglie ferite».
Tanti i punti affrontati nei Circoli minori delle diverse lingue. Da più parti si fa notare l’approccio timoroso e sfiduciato dei giovani nei confronti del sacramento coniugale e dell’impegno “per sempre”. Si tratta di una questione complessa che merita ulteriori approfondimenti perché non si può dire semplicemente che i giovani non hanno coraggio quando, ad esempio, tante testimonianze di volontariato dimostrano il contrario. Bisogna, invece, valutare i condizionamenti culturali ed economici che incidono sulla vita dei ragazzi di oggi. La comunità cristiana è stata invitata a farsi carico delle tappe di vita della famiglia, considerandola un bene essenziale per la Chiesa stessa e accompagnandola nei diversi passaggi promettenti e faticosi del suo cammino. Un particolare impegno poi va dato al percorso di “iniziazione dei giovani” al matrimonio e alla famiglia: un lungo cammino che deve iniziare già nel momento adolescenziale e giovanile con l’educazione degli affetti, nel sostenere durante il periodo del fidanzamento il senso della scelta di vita, nell’aiutare a discernere e a vivere nella fede questo passaggio decisivo, nel preparare al matrimonio come punto di partenza della vita insieme, nella prossimità alla vita dei primi anni del matrimonio. È emerso anche il bisogno di attingere più profondamente e riccamente alle Scritture, non solo citando testi biblici, ma presentando la Bibbia come matrice della vita matrimoniale e familiare cristiana.
Da più parti è stata rilevata la necessità e l’urgenza di vigilare sui linguaggi usati e sulla comprensibilità di quanto viene espresso. Bisogna presentare l’indissolubilità del matrimonio non come un peso, ma un dono di Dio che permette di vivere il matrimonio come uno spazio in cui si manifesta la grazia divina, un patto d’amore per tutta la vita.
Un grande spunto di riflessione continuano a essere le diverse modulazioni del matrimonio e della famiglia nelle varie culture rappresentate nei gruppi. Ci sono senz’altro dei punti di convergenza, derivanti dal senso comune del piano di Dio come proclamato dalla Chiesa. Ma le diverse maniere in cui il mistero si incarna nelle varie parti del mondo rende difficile bilanciare il particolare e l’universale. Questo è il compito cruciale di questo Sinodo.
È stato osservato che non si tratta di delineare subito le azioni pastorali relative alle varie stagioni della famiglia – quando i figli partono, il momento della crisi e delle ferite, il tempo della malattia e della sofferenza e il compito dell’accudimento degli anziani – ma di descrivere uno stile nuovo della Chiesa “al fianco” delle famiglie, uno stile di prossimità contagiosa e di tenerezza forte ed esigente.
È da raccomandare un’alleanza rinnovata tra le diverse forme di vocazione all’amore: la vita matrimoniale, la vita sacerdotale, la vita consacrata. Nella comunione delle vocazioni si attua uno scambio fecondo di doni, che ravviva e arricchisce la comunità ecclesiale. Vari vescovi hanno anche rimarcato l’importanza delle donne nella vita della Chiesa e la necessità di considerare con maggiore attenzione l’eventualità di conferire loro dei congrui ruoli di guida. E inoltre è emersa la necessità di armonizzare l’attenzione alla sacramentalità del matrimonio con l’obiettivo di rivolgere la proposta evangelica a tutti, anche ai non credenti: il Signore deposita nel cuore di ogni uomo il desiderio di famiglia.

Tore e Loredana Marcìa

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