L’amore che diventa fecondo
Il Papa nel V capitolo esordisce affermando che «l’amore dà sempre vita». Questo concetto applicato all’amore coniugale fa si che l’amore stesso non si esaurisca all’interno della coppia ma fa in modo che mentre i coniugi si donano tra loro, al di là di se stessi donano la realtà di un figlio, riflesso vivente del loro amore, segno permanente della unità coniugale e sintesi viva del loro essere padre e madre. La famiglia, pertanto, è l’ambito non solo della generazione ma anche dell’accoglienza della vita che arriva come dono di Dio. Il dono di un nuovo figlio che il Signore affida al padre ed alla madre ha inizio con l’accoglienza, prosegue con la custodia lungo la vita terrena ed ha come destino finale la gioia della vita eterna.
Nel documento si definisce la donna in gravidanza come la collaboratrice del disegno di Dio affinché si produca il miracolo di una nuova vita. La donna partecipa al progetto di Dio sognando suo figlio: «Tutti i papà e le mamme hanno sognato il loro figlio per nove mesi. Non è possibile una famiglia senza il sogno».
All’interno di questo sogno, per una coppia di coniugi cristiani, appare necessario il Battesimo. I genitori lo preparano con la loro preghiera, affidando il figlio a Gesù già prima della sua nascita.
Si esortano tutte le donne in gravidanza incoraggiandole: «Non permettere che le paure, le preoccupazioni, o i problemi spengano la felicità di essere strumento di Dio per portare al mondo una nuova vita».
Il Papa continua delineando l’amore della madre e del padre, definendo quelli che sono i ruoli di ciascuno e sottolineando con forza l’importanza della presenza di entrambi i genitori all’interno della famiglia come figure educative ed estremamente simboliche per una corretta e serena crescita e maturazione dei figli.
Definisce le madri come l’antidoto più forte al dilagare dell’individualismo egoistico. Una società senza madri sarebbe una società disumana, perché le madri sanno testimoniare sempre anche nei momenti peggiori la tenerezza, la dedizione e la forza morale. Si riconosce alle madri un ruolo fondamentale in quanto sono loro che spesso trasmettono ai propri figli il senso più profondo della pratica religiosa: «Senza le madri non solo non ci sarebbero nuovi fedeli ma la fede perderebbe buona parte del suo calore semplice e profondo»
Di contro Dio pone il padre nella famiglia perché con le preziose caratteristiche della sua mascolinità sia vicino alla moglie per condividere tutto, gioie e dolori, fatiche e speranze e perché sia vicino ai figli nella loro crescita.
Nell’esortazione il pontefice ricorda le coppie di sposi che non possono avere figli rammentando loro che il matrimonio non è stato istituito solo per la procreazione. Se la prole tanto desiderata, infatti, non c’è, il matrimonio comunque perdura come comunità e comunione di tutta la vita e conserva il suo valore e la sua indissolubilità. L’amore come genitori si può esprimere anche con gli strumenti dell’adozione e dell’affido. Adottare un bambino è l’atto di amore di donare una famiglia a chi non l’ha. La scelta dell’adozione, esprime una particolare fecondità dell’esperienza coniugale, al di là dei casi in cui è dolorosamente segnata dalla sterilità.
Un pensiero va ai rapporti che intercorrono all’interno della famiglia allargata intendendo con questa definizione tutti i rapporti che ruotano con i vari componenti.
Essere figli: a nessuno fa bene perdere la coscienza di essere figlio, in ogni persona che diventa adulta o anziana o genitore, al di la di tutto questo rimane l’identità di essere figlio. Il quarto comandamento chiede ai figli di onorare il padre e la madre. Il legame virtuoso tra generazioni è garanzia di futuro e di storia davvero umana.
Essere fratelli: la relazione tra i fratelli si approfondisce con il passare del tempo, e il legame di fraternità che si forma in famiglia tra i figli, se avviene in un clima di educazione all’apertura agli altri, è la grande scuola di libertà e di pace. In famiglia, tra fratelli si impara la convivenza umana. Forse non sempre ne siamo consapevoli, ma è proprio la famiglia che introduce la fraternità nel mondo.
Il Papa conclude ricordando che nella famiglia allargata vi sono anche il suocero, la suocera e tutti i parenti del coniuge, talvolta fonte di tensioni all’interno del nucleo familiare. Esorta a vedere anche queste persone non come dei concorrenti o invasori, ma nel rispetto delle loro tradizioni e costumi, limitando le critiche, avere cura di loro e integrarli in qualche modo nel proprio cuore.
Francesco Arzesi e Rita Piras