Nell’ambito dell’iniziativa promossa dal Consiglio pastorale della parrocchia di San Domenico Savio a Nuoro, venerdì 28 novembre alle 17.30 nel salone dell’oratorio è previsto l’incontro dal titolo “Buoni cristiani, onesti cittadini. Educare alla legalità”.
Relatori saranno monsignor Antonello Mura, vescovo di Lanusei, il senatore Giuseppe Luigi Cucca, la dottoressa Pierangela Cocco, provveditore agli studi di Nuoro e il vice questore aggiunto di Nuoro Fabrizio Mustaro.
Di seguito la nota del Consiglio pastorale di San Domenico Savio.
L’incontro odierno è imperniato sul progetto educativo di Don Bosco, egli era convinto, profondamente, che la rigenerazione della società dovesse passare attraverso l’esperienza cristiana; l’umano che si valorizza nel cristiano.
Siamo passati da una società della disciplina, dominata dal conflitto tra regola e trasgressione , tra pulsione e divieto, ad una società , quella attuale, basata sull’efficienza, sulla performance estrema, sempre e dovunque. In questa società che ha perso il gusto del limite, dove tutto è relativo, edonistico, permissivo, consumistico, si ha la necessità non tanto far marcia indietro ma sopratutto di recuperare alcuni valori essenziali, non contrattabili, uno per tutti: la legalità.
BUONI CRISTIANI, ONESTI CITTADINI: binomio noto, sempre discusso, variamente interpretato, ovviamente riferito alla condizione giovanile, soprattutto, “Quella pericolante, nel corpo e nell’anima”, potenzialmente pericolosa per la società .
In questa frase , che è poi il titolo scelto per l’incontro di quest’oggi, si racchiude, come detto in apertura, il progetto educativo del Santo fondatore della Famiglia Salesiana. Egli , uomo del suo tempo, aveva messo a punto un sistema educativo, innovativo, tuttora attuale, nel quale noi crediamo: il sistema Preventivo .
Don Giovanni Bosco riteneva che la rigenerazione della società dovesse poggiare su pilastri nuovi e validi anche per il futuro: i giovani.
Era, quindi, fondamentale la formazione di buoni cristiani ed onesti cittadini. Inno alla speranza, che ne dite!!
Sistema educativo preventivo, positivo, imperniato, quello del prete-educatore piemontese, sui giovani, che dovevano allora e che devono anche oggi, sentire addosso l’amore, la stima, così da poter sprigionare le potenzialità enormi, di cui sono dotati per metterle a disposizione degli altri, della famiglia , della società tutta , del tanto abusato Bene Comune.
Per raggiungere l’ obiettivo, questo progetto educativo deve poter contare su una pluralità di soggetti che sinergicamente cooperino: in primis la Famiglia, ma anche la Scuola e le Istituzioni tutte, ognuno per la parte che le compete.
Appare chiaro che ai giovani devono esser inculcati valori certi quali la reciprocità nella donazione, quella del dare e del ricevere. La vera carità cristiana passa per questi concetti.
Nei giovani dei nostri paesi , delle nostre città, del quartiere dove viviamo si deve affermare la cultura includente e non quella antitetica dell’esclusione: Papa Bergoglio docet.
Come realizzare il programma di Don Bosco in questo terzo millennio?
Superando le sopraggiunte e sempre crescenti difficoltà, dobbiamo raggiungere, avvicinare, quei giovani “invisibili”, che non partecipano perchè disillusi, marginalizzati dalla crisi per la mancanza di un lavoro, che non debbono perdere la dignità. Bisogna raggiungere quei giovani senza progetto e/o utopia, quelli “asfaltati” dalla omogeneizzazione sempre più forte di una società globalizzata.
Si dovrà educare ad una cultura diversa, quella della vita, quella del vivere insieme, quella della solidarietà ma anche del servizio, rivolto al vicino prossimo, che sta male, che non riesce a sbarcare il lunario; solidarietà e servizio per tutti migranti inclusi (vedi le sollecitazioni contenute nell’ Evangelii Gaudium, cap. 210).
Maria Ausiliatrice, Don Bosco e Domenico Savio ci siano vicini nel realizzare una società di Buoni Cristiani e Onesti Cittadini.