Si è chiusa con una Veglia di preghiera la seconda Giornata mondiale del povero che si è celebrata domenica 18 novembre. Varie le iniziative promosse in diocesi – ogni parrocchia era chiamata quantomeno a sensibilizzare i fedeli sul tema – a partire dal sabato: la comunità di Orgosolo ha inteso vivere l’evento nel segno della condivisione del pane distribuito non solo in paese ma fatto arrivare alla sede della Caritas diocesana a Nuoro per raggiungere idealmente e materialmente quante più persone possibili. A Siniscola in tanti si sono offerti di lasciare nei supermercati una sorta di “spesa sospesa”, le buste con generi alimentari consegnate poi a quanti ne avessero necessità.
A Nuoro di particolare rilevanza l’iniziativa del settore giovanile della Pastorale della Carità che in occasione della Giornata ha voluto dare inizio alle attività di “Coro Meu”, il progetto nato da una idea di Suor Pierina Careddu – responsabile della Caritas diocesana – in collaborazione con Padre Allen, Suor Silvana ed un gruppo di volontari delle parrocchie Sacro Cuore e San Paolo. «Lo scopo del progetto – come spiegano le animatrici – è quello di rendere i ragazzi protagonisti di attività pensate e realizzate direttamente da loro, dove il ruolo dell’adulto è quello di solo supporto e formazione di giovani volontari da impiegare nei vari ambiti del territorio ». Coordinati della dottoressa Grazia Pala, psicologa e psicoterapeuta, i ragazzi si sono incontrati domenica mattina presso il salone della parrocchia Sacro Cuore ed hanno avuto modo di confrontarsi su una tematica che in questi giorni è dibattuta in città e sulla quale anche il nostro settimanale cerca di dare il proprio contributo in termini costruttivi: l’uso di droga e alcol tra minorenni.
A dimostrazione che la povertà non è solo materiale ma che spesso, e specie per i giovani, significa mancanza di senso, di relazioni autentiche, di figure autorevoli, i ragazzi stessi hanno chiesto la presenza di adulti più attenti alle loro necessità e in grado di essere guide capaci di dire «un no spiegato», per usare le loro stesse parole. Erano presenti all’incontro anche i genitori a cui è stato chiesto di ascoltare in silenzio senza intervenire, secondo il suggerimento che papa Francesco ha dato durante l’omelia di chiusura del Sinodo dei Giovani: «Scusate ragazzi perché gli adulti vi hanno riempito le orecchie di parole ma non vi hanno ascoltato».
A sera, sotto lo sguardo materno della Madonna delle Grazie, nel Santuario a lei dedicato, si è tenuta la Veglia organizzata dalla Caritas in collaborazione con l’Ufficio diocesano di Pastorale del lavoro il cui responsabile, don Pietro Borrotzu, ha presieduto la celebrazione, un’ora di adorazione eucaristica sul tema scelto dal Papa per quest’anno: “Questo povero grida e il Signore lo ascolta”.
Tra letture bibliche, canto e momenti di silenzio tre significativi momenti di sosta sono coincisi con altrettante testimonianze, quella di una madre che ha perso due figli, quella di un ex carcerato, quella di un migrante ospite di Casa Asproni dove conosce il valore dell’accoglienza e la possibilità dell’integrazione.
Esperienze significative e spesso nascoste ma che meritano di essere condivise nella speranza che in molti possano imitarle andando incontro alle molteplici povertà di questo tempo «consegnandoci – come recita la Preghiera del povero – come pane spezzato e condiviso». (fra. co.)
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