Ricorre domenica 17 gennaio la XXXII giornata del dialogo tra cattolici ed ebrei, indetta dalla Conferenza Episcopale Italiana. E la Caritas Diocesana di Nuoro – negli ultimi anni sempre più coinvolta nel tema degli incontri tra i popoli e sensibile al dialogo interreligioso – aderisce idealmente (anche per ragioni di sicurezza sanitaria) all’evento. Il tema di quest’anno è costituito da Qohelet: testo contenuto nella Bibbia ebraica e cristiana.
La giornata è, fin dall’inizio, intenzionalmente collocata il 17 gennaio, cioè nel giorno immediatamente precedente l’inizio della settimana di preghiera per l’unità dei cristiani (18-25 gennaio). Fino a tempi recenti, le varie confessioni cristiane, pur divise, sono state accomunate da un atteggiamento polemico nei confronti dell’ebraismo, da una sorta di sequestro delle Scritture di Israele da parte dell’ermeneutica cristiana, dalla visione trionfalistica della chiesa come nuovo e vero Israele e dall’idea che gli ebrei non potessero godere degli stessi diritti dei cristiani. La collocazione del 17 gennaio è lì a ricordare che la ricerca di un nuovo rapporto con il popolo ebraico e, anche e ancor di più, una revisione della visione cristiana di Israele e del nostro rapporto con le Scritture di Israele, il nostro Antico Testamento, sono un’urgenza che investe ugualmente tutte le chiese, che tutte hanno nella loro storia e nel loro discorso le posizioni che faticosamente, dopo la Shoah, hanno imparato a riconoscere e a denunciare.
La giornata cade all’inizio di un anno, il 2021, in cui anche la Caritas Diocesana di Nuoro è fortemente speranzosa, dopo un 2020 in cui l’umanità intera è stata provata dalla pandemia causata dal virus COVID-19. E la riflessione comune, tra ebrei e cristiani, sul libro Qohelet, consente di affrontare il tema del senso della vita davanti al comune destino della morte. La pandemia è una prova che ci ha messo di fronte alla morte e alla fragilità dell’essere umano, che si è trovato a fronteggiare un male inatteso, mostrandosi impreparato e privo dei mezzi necessari per sconfiggerlo alla radice, nonostante i progressi della scienza. Mentre speriamo che presto arrivino i benefici del vaccino, o di una cura adeguata per contrastare il virus, sentiamo la responsabilità personale, nei comportamenti e nei pensieri, di far sì che la pandemia si fermi, e che i suoi risvolti negativi sulla vita sociale e economica non si aggravino. Il senso del dialogo con i fratelli ebrei conferma quanto detto da Papa Francesco: non saranno i muri a salvarci, ma il remare insieme nella stessa barca che affronta questa tempesta.
Il 17 gennaio è, per le sue dimensioni, un «piccolo» evento, ma le intenzioni che lo animano e ciò che in esso avviene sono di grande momento.
Gianluca Corsi
A questo link il sussidio con i testi dedicati all’approfondimento e lo sviluppo del dialogo tra cattolica ed ebrei.