«Siate volontari liberi, ecclesiali e coraggiosi»
L’incontro del vescovo Antonello con i volontari della Caritas diocesana ha avuto luogo lo scorso primo luglio nella parrocchia Sacro Cuore a Nuoro, che ha accolto tutti gli operatori nel salone dell’Oratorio.
Alla luce della preghiera e della meditazione sulla Parola (Atti 4,32-35), la riflessione ha riguardato la domanda su quale sia l’immagine della Chiesa che emerge attraverso la Caritas. Partendo dalla certezza che la Caritas presenta un’esperienza di Chiesa fortemente fraterna, ha evidenziato la necessità di mantenere sempre una stretta unione tra “il bisogno di Dio” – che si esprime come attesa e come risposta alle domande fondamentali della vita – e “il bisogno di pane”, che passa da necessità primarie, alle quali la Caritas, come Chiesa, è chiamata a non rimanere indifferente.
Svolgere “opera di carità” significa allora mostrare il volto di una Chiesa che, con questa dimensione, offre Gesù attento al prossimo, particolarmente al più bisognoso. L’obiettivo finale, sempre – ha detto il Vescovo – è quello che “nessuno sia bisognoso”, né di pane né di parola. La carità della Chiesa si presenta allora umilmente, come il Suo Signore, e per questo può essere feconda, proprio perché non ha altro fondamento che i gesti e le parole di Gesù. C’è quindi un profondo legame tra Liturgia e Carità, perché anche nella celebrazione – particolarmente nella Messa – ognuno quando riceve il Signore è chiamato a donarlo, facendo “carità”, cioè amando e trasmettendo ciò che lui stesso ha umilmente chiesto a Dio, desiderando il pane di vita.
Il vescovo Antonello, nel ringraziare più volte tutti gli operatori, parrocchiali e diocesani, non ha però evitato di ricordare i rischi del “volontario Caritas”, quali il voler “marcare il proprio territorio”, chiudendosi in gruppi ristretti, oppure quello di non aprirsi a collaborazioni più ampie, quasi evitando di mettere in campo energie e risorse comuni con altre associazioni del territorio, non solo ecclesiali.
Alla riflessione del Vescovo è seguita un’ampia condivisione di temi e di questioni che meriteranno in futuro un approfondimento, tra le quali la necessità di una formazione parrocchiale e diocesana, sempre più opportuna e necessaria che sia aperta al coinvolgimento dei giovani e dei ragazzi delle comunità parrocchiali.
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