Imitiamo la solidarietà di Dio
+ Mosè Marcia
Giona, mandato da Dio a predicare la conversione a Ninive, ha bisogno di essere lui per primo convertito, anche se in modo ironico con la balena e il ricino, alla solidarietà con i niniviti.
Giocherà, con ironia, anche con noi il Signore per farci crescere nella solidarietà autentica verso “l’uomo”? Chi abita nei grattacieli è molto staccato da chi abita in un cascinale o un capanno!
Il Signore risorto, questa è Pasqua, non è riconosciuto dalla Maddalena, all’ingresso della tomba, né lo riconoscono di due suoi amici che rientrano a Emmaus! Ognuno aveva una propria idea di Gesù e andavano a cercare quell’idea, perdendo così la realtà! Noi ci siamo portati un “nostro Dio, nel nostro grattacielo”, forse un Dio a nostra misura, tutto adatto per noi.
La potenza ci tenta, e la solidarietà svanisce! Come Gesù nel deserto siamo subdolamente tentati a svolgere il compito lui messianico, noi cristiano, servendoci del prestigio e della potenza, partendo dalla Sacra Scrittura e piegandola al proprio pensiero, a seguire un ragionamento umano, quello che il buon senso sembra suggerire! Abbiamo dimenticato che se c’è la Pasqua è perché c’è stato prima il Venerdì Santo.
Vogliamo la Pasqua senza la morte, senza la croce. La croce non fa parte delle nostre tradizioni, della nostra cultura. Ci disturba anche nelle aule pubbliche delle scuole, dei tribunali, la vogliamo circoscrivere e rinchiudere nel privato. Forse la portiamo, amuleto anche d’oro, con una catenina appeso al collo. In uno stile di vita simile ci può mai essere spazio per una solidarietà autentica, non interessata, non calcolata?
Proviamo a imitare la solidarietà di Dio, se davvero vogliamo augurarci una Buona Pasqua.
La Pasqua ebraica è un progetto di solidarietà di Dio per il suo popolo: con due fondamenti: Libertà dal faraone e appartenenza a Dio. La nostra Pasqua è un Dio che senza tener alcun conto della Sua divinità ha voluto stare con noi altri, al nostro livello, servendo non dominando, senza l’arroganza del grattacielo che rompe l’armonia del paesaggio, ma la modestia, la semplicità e la bellezza del cascinale che si confonde col paesaggio. Se stiamo pensando alla solidarietà verso i profughi, i naufraghi, non sbagliamo, e dandoci da fare pur nel piccolo facciamo bene, ma se iniziassimo a vivere questa solidarietà con il vicino con cui vivo gomito a gomito? Con chi non ha più lavoro, con la coppia che fatica a volersi ancora bene, con la famiglia che non riesce a curare il congiunto malato in casa, né a seguire la formazione e l’educazione dei propri figli. Sono queste le opere di misericordia materiali e spirituali in cui esercitarci almeno in questo anno giubilare.
Quanto spazio per vivere bene la Pasqua! Dando il perdono a chi è lontano dal nostro cuore e ricreare e riportare la pace dentro di noi! Vinciamo la tentazione della potenza, e imitiamo la solidarietà di Dio. Non siamo soli Lui il Risorto è vivo con noi, accanto a noi! La Visita Pastorale, Lui il nostro vero unico Pastore che viene a visitarci, ci trovi attenti l’un l’altro, vera Sua famiglia, vera Sua Chiesa, in autentico cammino nel costruire comunità.
Di cuore a tutti auguro di poter gustare fino in fondo la bellezza della solidarietà nel perdono e nella pace. Buona Pasqua.
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