Senza un adeguato sostegno della Regione si va verso la chiusura
Una situazione critica: se la Regione non interverrà riportando il finanziamento al livello degli anni precedenti, la sopravvivenza delle Scuole paritarie è a rischio. È questo il grido d’allarme lanciato dalla Fism (Federazione italiana scuole materne) in una conferenza stampa convocata questa mattina a Nuoro per illustrare la situazione delle Scuole paritarie in Sardegna e in particolare nel nuorese. Le scuole più grandi non riescono più a pagare gli stipendi – gli arretrati sono di due, tre mesi – mentre le più piccole rischiano di scomparire come è già successo a Oliena, Lodè e Ollolai.
A presentare la realtà delle materne paritarie è stato padre Giuseppe Magliani, parroco delle Grazie a Nuoro e responsabile dell’omonima scuola dell’infanzia, intervenuto in qualità di componente del Consiglio regionale della Fism. «Oggi possiamo affermare che manca un adeguato sostegno economico – ha detto – nonostante sia previsto dalle leggi». La Legge statale 62/2000, conosciuta come legge Berlinguer prevede un contributo dello Stato limitato alle spese di gestione, che è andato assottigliandosi progressivamente negli ultimi anni. La Regione Sardegna ha approvato nel 1984 la Legge 31, allora all’avanguardia in ambito nazionale, che prevede contributi alle scuole materne nel limite del 75 per cento per la manutenzione ordinaria e straordinaria, gli arredamenti e le attrezzature, le spese di gestione. Mentre quanto previsto per le prime due voci si è perso nel fondo indistinto per province e comuni senza mai arrivare alle scuole, «il contributo in conto gestione è ben lontano dal 75% di cui parla la legge, oggi – ha affermato Magliani – sfiora appena il 38%».
Nella Finanziaria regionale 2015 il contributo alle scuole paritarie è stato inizialmente ridotto a 17 milioni, 3 in meno rispetto ai 20 degli ultimi anni. Un emendamento in commissione lo ha portato a 18, ancora troppo pochi per la sopravvivenza delle scuole.
«Eppure – ha sottolineato ancora padre Magliani – con uno stanziamento di 20 milioni, il costo di ogni dipendente per le casse regionali sarebbe di appena 8.789 euro all’anno, meno di 700 euro al mese».
Senza finanziamenti le 253 scuole sarde sono a rischio e con esse i quasi duemila dipendenti che si occupano di 13mila bambini. Fino ad oggi le scuole paritarie hanno operato anche là dove lo Stato si è ritirato, 50 centri in Sardegna hanno esclusivamente il sevizio della scuola paritaria.
«Tutte le strutture che ospitano le scuole – ha poi aggiunto Angelo Fadda, presidente provinciale Fism – sono messe gratuitamente a disposizione, a costo zero per lo Stato, e così anche i materiali o il servizio mensa sono totalmente a carico delle scuole». Per il pubblico si tratta di un risparmio notevole, senza considerare – come ha ricordato don Ciriaco Vedele, vicario generale della diocesi di Nuoro – «la qualità dell’offerta educativa riconosciuta dalle famiglie e dagli insegnanti delle scuole di gradi superiore».
«In definitiva – ha concluso padre Magliani – non vogliamo fare polemiche, ci rendiamo conto dell’oggettiva situazione di difficoltà ma rivendichiamo qualcosa che non è per le famiglie, non per noi, e perché crediamo nell’educazione».
f. c.
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