Sono uomini facoltosi, i massoni, sono professionisti, medici, avvocati, sono filantropi, ma non possono certo dirsi cattolici. L’incontro dei sacerdoti della diocesi e poi dei laici con padre Zbigniew Suchecki, docente di Diritto Canonico presso la Pontificia Università Antonianum di Roma e tra i massimi esperti in materia, ha illuminato un mondo per molti sconosciuto, sgombrando il campo da qualsiasi ambiguità: Fede cattolica e appartenenza alla massoneria sono incompatibili.
Padre Suchecki, francescano polacco, studia il tema da oltre venti anni, quando iniziò a trattare della cremazione, rito massonico della sepoltura. Da allora molteplici sono state le sue pubblicazioni, le principali edite dalla Libreria Editrice Vaticana, come a significare la totale oggettività dei suoi studi che peraltro non si distaccano mai dalla posizione ufficiale della Santa Sede.
«Negli ultimi secoli – ha spiegato padre Suchecki – la massoneria, regolare o deviata che sia, senza distinzioni, è stata condannata da diversi Papi in quasi 600 documenti. Con molta chiarezza il legislatore ecclesiastico ha dunque invitato i fedeli ad astenersi dalle associazioni segrete, condannate e non riconosciute dalla Chiesa: l’appartenenza contemporanea alla Chiesa cattolica e alla libera muratoria (comunemente chiamata massoneria) è esclusa».
Il Codice di Diritto Canonico del 1917, al canone 2335, menziona esplicitamente la setta massonica e le altre associazioni del medesimo genere che «macchinano contro la Chiesa», i cui adepti incorrono ipso facto (cioè per il fatto stesso di appartenervi) nella scomunica riservata alla Santa Sede.
Da allora la Chiesa ha gradualmente approfondito natura e fini della massoneria, arrivando a un dialogo informale, intrapreso da alcune Conferenze episcopali con rappresentanti di logge massoniche, tra il 1968 e il 1983, anno in cui è stato pubblicato il nuovo Codice di Diritto Canonico. Nel nuovo testo è assente la parola scomunica, ma l’allora cardinale Prefetto della Congregazione per la dottrina della Fede, Joseph Ratzinger, il giorno prima dell’entrata in vigore del nuovo Codice, sentenziò in maniera inappellabile che la condanna della massoneria restava immutata e che i cattolici che appartengono a una loggia sono in stato di peccato grave e non possono fare la comunione.
La dichiarazione della Conferenza episcopale tedesca che costituì una Commissione ufficialmente incaricata di esaminare la compatibilità della doppia appartenenza a Chiesa e massoneria può essere utilizzata per spiegare le ragioni della incompatibilità. La prima e fondamentale riguarda il fatto che la Libera muratoria non è mutata nel tempo e mette in discussione la Chiesa e i fondamenti dell’esistenza cristiana.
In contrasto con la Fede è la visione che i liberi muratori hanno del mondo: il relativismo appartiene alle convinzioni fondamentali dei massoni, «essi negano – ha sottolineato il padre polacco – la possibilità di conoscere oggettivamente la verità come pure la relatività di ogni verità, allo stesso tempo rifiutano ogni fede nei dogmi. Non è un caso – ha osservato – che gli ultimi pontefici, da Giovanni Paolo II a Benedetto XVI come pure Francesco, abbiano messo in guardia dalla dittatura del relativismo».
Anche il concetto di Dio quale “architetto universale” allontana dalla nostra concezione di Dio: «Si tratta per i massoni di un “Esso” neutrale, indefinito e aperto ad ogni possibile comprensione, ognuno può immetterci la propria concezione di Dio. La figura dell’Architetto che troneggia in una lontananza deistica non permette di pensare a una rivelazione e mina i fondamenti della concezione di Dio dei cattolici e della loro risposta al Dio che li interpella come Padre e Signore».
Le azioni rituali, passaggi dei gradi di apprendista, compagno e maestro, manifestano poi, nelle parole e nei simboli, un carattere simile a quello dei sacramenti, mettendoli in discussione. «Il perfezionamento a cui giunge il “maestro”, assolutizzato e separato dalla Grazia, l’illuminazione e il superamento della morte di cui parlano i rituali massonici sono in chiaro contrasto con la comunicazione sacramentale della salvezza nel Battesimo, nella Penitenza e nell’Eucarestia».
Infine, «la pretesa di totalità con cui la massoneria si presenta ai suoi membri richiede un’appartenenza per la vita e per la morte rendendola inconciliabile con la Chiesa cattolica».
Si tratta in definitiva – ha concluso padre Suchecki – di «difficoltà insuperabili».
f. c.
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