Nella mattinata di venerdì 11 febbraio il Vescovo Antonello, accompagnato dal Direttore Generale dell’Asl n. 3 di Nuoro, dottor Paolo Cannas, si è recato all’ospedale San Francesco di Nuoro per una visita speciale tra i degenti e gli operatori sanitari (la foto è di Gigi Olla).
Nel pomeriggio ha presieduto la Messa nella parrocchia di San Domenco Savio a Nuoro.
Le parole del Vescovo nell’omelia alla Santa Messa
In questa Giornata celebrare la persona del malato ci aiuta ad incontrare il mistero della sofferenza, che è poi il mistero stesso della vita. Il tema di quest’anno: «Siate misericordiosi, come il Padre vostro è misericordioso» (Lc 6,36) ci riporta a scoprire la tenerezza di Dio per noi, che non è solo per il nostro peccato ma per tutto ciò che ci impedisce di vivere pienamente la vita.
La salute chiama in causa la cura, ed entrambi hanno necessità di sensibilità e di attenzione verso chi soffre e si trova nel bisogno.
Nella mia visita all’ospedale oggi ho vissuto momenti molti incoraggianti e ricchi di umanità. Voglio condividere con voi due episodi, significativi ed evocativi. Il primo si riferisce all’incontro con una infermiera che, vicino al reparto Covid, chiuso e invalicabile, mentre salutavo, ringraziavo e benedicevo il personale sanitario – addobbato con le classiche divise di protezione – ho visto piangere con discrezione, ma senza nascondimenti. Quando le ho chiesto il motivo mi ha risposto che proprio in quel luogo, un anno fa, era morto suo marito Aldo. Non posso dimenticare il suo sguardo e la sua delicata sofferenza che si rinnovava.
Nel secondo episodio, a fermarmi con un accorato appello sono state delle infermiere del reparto maternità. Mi hanno chiesto – commosse – di pregare per Federica, una mamma deceduta poco dopo aver dato alla luce il proprio figlio. Straziante e imprevedibile episodio, così come bellissimo esempio di partecipazione emotiva al dolore altrui. Sono situazioni che ci fanno capire il brano del Vangelo oggi proclamato: la guarigione del sordomuto. Gesù con parole e gesti concretizza la misericordia di Dio per ogni malato nel cuore e nel corpo. Di questa cura abbiamo bisogno, e un cuore grande come il suo noi desideriamo.
Nessuno di noi può vincere il male in radice, nessuno ha la bacchetta magica contro le malattie, eppure tutti aspiriamo ad avere attenzioni e cure; tutti auspichiamo che non manchino e talvolta dobbiamo denunciare quando sono assenti. Ma non tutto passa dalle scelte pubbliche o politiche, molto è affidato a noi, alla nostra umanità. Nel ringraziare quanti negli ospedali e nelle case di cura si occupano della persona del malato, guardandolo come persona umana prima ancora che affetto da una malattia, pensiamo a tutti coloro che nelle famiglie trovano accoglienza e affetto, scegliendo di essere umani e abbandonando atteggiamenti disumani. Questo è il ministero della consolazione, tanto desiderato.
Questa è la vita che oggi ricordiamo e celebriamo, più forte di ogni malattia e anche della stessa morte. La Vergine Maria conosce le nostre fatiche e le nostre sofferenze, lei ci consoli maternamente e ci incoraggi a non scappare di fronte al dolore, rimanendo ai piedi della croce, come lei.
+ Antonello Mura