ONIFERI. Il calice, la patena, la stola: sono la memoria viva del sacerdozio di don Giuseppe Argiolas. Ora sono posati insieme ai fiori chiari sulla bara rivolta ai suoi compaesani, nella piazza della chiesa, di quella che negli ultimi due anni era tornata ad essere la sua parrocchia. L’ha servita fino alla morte questa comunità don Peppe: «É morto sul campo dell’apostolato – ha detto il Vescovo emerito Pietro Meloni al termine della celebrazione concelebrata dai sacerdoti della diocesi -, si è speso totalmente per le pecore del suo gregge, con l’odore delle sue pecore di cui era amico, fratello e padre. Voleva quasi sentirsi come un parente – ha ricordato -, dispensava consigli, educava. Nel momento della sofferenza sembrava invocasse un supplemento di vita per compiere ancora il bene ma è stato sulla croce pronto a compiere la volontà di Dio come nei quasi 57 anni di sacerdozio. Ringraziamo lui e la sua bella e grande famiglia cristiana – ha concluso -, Oniferi lo ricorderà, luce che vince le tenebre e accende la speranza di un futuro più bello».
Ma non solo Oniferi gli rende oggi onore, ci sono tutti i paesi toccati lungo il suo ministero sacerdotale: Siniscola, Bitti, Ollolai, Oliena e in particolare Dorgali con le giovani “canagliette” – così le chiamava – che animano la celebrazione con i loro canti. I giovani, soprattutto i bambini, e poi gli anziani: «questa era la “periferia” in cui voleva portare il Vangelo» – ha ricordato il Vescovo Mosè nella sua omelia. «Fu lui – ha confidato con commozione il Vescovo – a voler tornare a Oniferi, il suo cruccio era non capire come i giovani fossero qui lontani dalla pratica religiosa, non si dava pace e veniva talvolta a sfogarsi. In una delle ultime visite che gli feci in ospedale si mostrò agitato per l’approssimarsi della Settimana Santa – ha proseguito – si rasserenò solo quando gli dissi che nulla sarebbe mancato per la Pasqua in paese. Oggi – ha affermato il Vescovo – don Giuseppe è qui a dirci che Cristo è risorto: ecco la vita di un prete, annunciatore di questa verità. Oggi lui ci ricorda di non stancarci di questo annuncio».
Nel Vangelo sono risuonate le parole di Gesù: «Padre, voglio che anche quelli che mi hai dato siano con me dove sono io, perché contemplino la mia gloria», per don Giuseppe si è oggi attuata questa preghiera – ha affermato il Vescovo. E ha poi concluso affidando a lui un compito, intercedere perché il Padre mandi qualcuno a sostituirlo, perché nascano nuove vocazioni. Ha infine invitato tutti a pregare per i sacerdoti «perché possano annunziare e manifestare il mistero di Cristo spendendosi sempre senza risparmio come ha fatto don Giuseppe».
Un saluto, al termine della celebrazione, è giunto dal sindaco di Oniferi Stefania Piras, che ha ricordato i colloqui con il suo parroco per il breve tempo in cui hanno condiviso i rispettivi mandati, come pure dal sindaco di Dorgali Angelo Carta che ha portato la gratidudine dell’intero paese ricordando la fruttuosa collaborazione e quei tre pilastri su cui aveva imperniato il suo ministero dorgalese: l’asilo, la casa di riposo, il Santuario dedicato alla Beata.
Le ultime parole sono state quelle della rappresentante dell’Azione Cattolica e del Consiglio pastorale parrocchiale di Oniferi, il tempo troppo breve trascorso con lui è però bastato a conoscerne la preparazione e la dedizione, fino alla fine, “fino a quando la salute lo concede” – diceva – e davvero il suo innamoramento per il Signore è stato per sempre.
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17 maggio 2014
Immagini della celebrazione
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