Davanti all’idea di Dio che ciascuno plasma per sé, – idea più o meno corretta, a seconda di ciò che vive e sperimenta – ci risponde prontamente la sua Parola in modo da ricordarci che tutta la storia della salvezza altro non è che seguire quel progetto straordinario di amore che parte dalle origini e arriva dritto e mirato al cuore di ogni uomo. Quale è allora il vero volto di Dio? A cosa lo possiamo rassomigliare? Ci sono espressioni che lo riportano a noi vicino nella vita di ogni giorno? Dalla Sacra Scrittura impariamo cosa Dio dice di sé perché possiamo imparare a conoscere e ad amarlo nella verità. Chi è il Dio creatore secondo la Bibbia? Il libro della Genesi racconta che Dio crea attraverso la parola. Inizia con il dominare le forze di morte e di caos della terra informe e deserta, imponendo loro un limite così da creare le condizioni e permettere la vita. La cosa più sorprendente, però, è che poi si ritira per fare spazio alla creazione! È anche un Dio liberatore, nel quale Israele vede a partire dall’Esodo la garanzia assoluta e perenne della volontà salvifica del suo Signore, richiamo per ogni esperienza di tribolazione e di asservimento. È il Dio che si manifesta come Colui che dà la libertà, non rende schiavi, non opprime. Dio non è un estraneo ai “movimenti di liberazione” e l’uomo che ne beneficia riacquista la sua dignità, la condizione più adatta per vivere da figlio. Da questo amore profondo nasce la consapevolezza di un Dio geloso, aggettivo legato ad una parola che rende l’idea di una passione ardente per qualcosa o per qualcuno: questo tipo di gelosia appare quando un amore o una preoccupazione reale per qualcuno sono messi in gioco. Dio è lì, pronto ad offrire il meglio per l’uomo, specie quando le nostre emozioni sono attratte dagli idoli che ci sviano, anziché optare e scegliere lui. E fa sentire tutta la sua presenza! È dal Nuovo Testamento che ritroviamo immagini ancora più significative e a noi vicine che ci fanno quasi sentire il suono della sua voce, il calore della sua presenza. È un Dio che si fa carne, che mostra la debolezza e la precarietà dell’uomo, che non si accontenta di “apparire” nella fragilità̀ delle sue creature, anzi la condivide: “diventa” carne, “un” uomo, in tutto e per tutto fratello, amico, compagno nella vita di ogni giorno. E ciò che maggiormente ci dice chi sia Dio è la sua caratteristica più conosciuta e allo stesso tempo la più rassicurante: Dio misericordia. In Lc 15, più di ogni altro passo evangelico, ritroviamo questo aspetto, ancora più tangibile nel racconto del Padre misericordioso e del figlio prodigo. In questo brano vediamo la sua vera essenza: Padre, ricco di umiltà e speranza, che riconosce e accetta il fallimento temporaneo; Dio fedele, che gioisce con l’uomo e per l’uomo; è vita, comunione, ma specialmente è un Dio prodigo… d’amore!
Alessandro Pilo, responsabile Pastorale giovanile Sassari