In una conferenza stampa tenutasi lunedì 9 luglio è stato presentato ai giornalisti il progetto di restauro della Cattedrale di Santa Maria della Neve che prevede il ripristino dell’altare progettato da Giacomo Galfrè nel 1849, un intervento di recupero e messa in sicurezza delle tombe dei Vescovi ospitate nella navata sinistra del Tempio e la sostituzione dei corpi illuminanti.
Moderata dal direttore de L’Ortobene Michele Tatti, la conferenza stampa è stata aperta dal saluto del Vescovo Mosè Marcìa che ha ricordato come l’idea di intervenire in particolare sul presbiterio della Cattedrale sia nata all’atto del suo insediamento, nel giugno del 2011, quando ai piedi dell’altare si trovava un grande crocifisso ligneo imitazione di quello assisiate di San Damiano. «Qui c’è da recuperare un tesoro, il tesoro del Galfrè»– disse allorail Vescovo e lo ha ripetuto in questaoccasione– «poipenseremo al resto», ha aggiunto, facendo riferimento all’adeguamento liturgico del presbiterio, la cui fase progettuale ha preso il via lo scorso anno e che non va confusa, a scanso di equivoci, con gli interventi oggetto della conferenza stampa.
A presentare il restauro il progettista architetto Angelo Ziranu che, con l’aiuto di immagini, ha esposto la lunga fase di studio che porterà alla realizzazione dei lavori ormai prossima dato il via libera della Soprintendenza. Dalle ricerche d’archivio emerge, nelle parole di Ziranu, l’immagine di una Nuoro ottocentesca al centro di un vivace dibattito artistico-culturale e religioso, mentre un riepilogo degli interventi realizzati negli anni ha offerto uno spaccato delle stratificazioni dettate da mutamenti di gusto ed esigenze e il cui carattere di provvisorietà – com’è per gli interventi dell’anno 2000 e come spesso accade nel nostro Paese – ha assunto una forma quasi definitiva, quella che oggi è sotto gli occhi di tutti. Decisivo per superare questa impasse è stato senz’altro il felice dialogo tra la Diocesi, con il competente Ufficio guidato da don Sebastiano Corrias, e la Soprintendenza ai Beni architettonici e storico artistici, rappresentata nella conferenza stampa dalla dottoressa Maria Paola Dettori. La dottoressa Dettori ha speso parole di approvazione per un progetto che è frutto di un confronto durato anni e che va nella direzione che coincide con la missione stessa della Soprintendenza, la tutela è la conservazione: così è per il recupero delle parti originali dell’altare del Galfrè per una sua ricomposizione filologicamente corretta.
Particolarmente importante e puntuale l’intervento di don Giovannino Puggioni che da pochi mesi presiede, come arciprete, il Capitolo dei Canonici della Cattedrale, l’organo collegiale che è di fatto proprietario dell’edificio di culto. Nel dibattito di questi mesi, fatto anche di polemiche artificiose quando non malevole, si è perso di vista un elemento, e questo ha voluto richiamare don Puggioni, ciò che il Capitolo rappresenta come «garante della correttezza e qualità delle celebrazioni che si tengono nel- la chiesa Cattedrale». Questa è chiesa madre della diocesi e il Capitolo la rappresenta, ma come tempio vivo deve però anche essere modello esemplare: a questo proposito – ha rilevato don Puggioni – «si è molto discusso di elementi pur importanti senza guardare alla necessità di valutare come la chiesa deve essere utilizzata per la liturgia nell’ottica della riforma voluta dal Concilio Vaticano II. In questo senso l’ente proprietario, il Capitolo, intende operare» – ha proseguito don Puggioni ricordando come l’edificio non sia «un museo».
Dismessi i panni di arciprete ha poi voluto parlare da sacerdote nuorese che ha esercitato la totalità del suo ministero in città: «Nuoro è un ambiente culturalmente e pregiudizialmente refrattario a qualsiasi intervento – ha sottolineato don Puggioni – anche nel 2000 si assistette a discussioni che bloccarono qualsiasi intervento», prolungando nel tempo quella provvisorietà di cui si è detto.
«La chiesa – ha riaffermato – è per il culto e questo è un problema che andrà opportunamente affrontato con interventi funzionali alla liturgia. Occorre però – ha consigliato – svelenire il clima. La Cattedrale ha perso la dignità che ha avuto nel passato, si può e deve contribuire a ridarle decoro, bellezza e godibilità in questa città sempre più impoverita. E le risse – ha concluso – impoveriscono». (fra. co.)
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