Nel corso della loro riunione ordinaria tenuta martedì 12 giugno, sotto la presidenza di Monsignor Arrigo Miglio, fra i tanti punti all’ordine del giorno, i Vescovi sardi hanno anche affrontato il tema dell’immigrazione. Come pastori delle Chiese che sono in Sardegna, essi hanno inteso rivolgersi innanzitutto ai sacerdoti e ai fedeli sardi, per richiamare l’imprescindibile comandamento cristiano: «ero forestiero e mi avete accolto», facendo eco al messaggio di Papa Francesco in occasione della Giornata mondiale della Pace di quest’anno, dal titolo: “migranti e rifugiati: uomini e donne in cerca di pace”.
«Il problema – hanno detto i Vescovi – è di urgente e drammatica attualità, un autentico dramma epocale, rispetto al quale nessuno di noi può rimanere indifferente o far finta che riguardi altri. Questi fratelli e sorelle bussano alle nostre porte, in fuga da situazioni di vita insostenibili per la guerra o la fame. Uomini e donne, appunto, – come ci ricorda il Papa – in cerca di pace».
Per i cristiani, aggiungono i Vescovi, il comandamento di Cristo, in quanto imprescindibile applicazione del primo e onnicomprensivo comandamento della carità, è un prezioso banco di prova dell’autenticità della propria fede.
Non sfugge all’attenzione dei Vescovi il dibattito, spesso violento ed astioso, che contrappone chi è favorevole e chi è contrario. Contrapposizioni tra schieramenti politici e tra gli stessi governi nazionali, che hanno riflesso nei singoli cittadini, compresi i credenti, tra i quali si riscontrano posizioni e sensibilità molto differenti e distanti tra loro. Ne sono prova i dibattiti televisivi e, soprattutto, i rozzi e volgari attacchi personali sui social media per chi osa prendere pubblica posizione su un versante o sull’altro.
I Vescovi continuano ad appoggiare le diverse iniziative di solidale e integrante accoglienza che sono state poste in essere in questi anni, anche nelle Diocesi e nelle Parrocchie italiane. Soprattutto, vedono un positivo approccio al problema nella pratica dei corridoi umanitari, che regolano il flusso in origine e assicurano condizioni di dignitosa integrazione per le persone.
Contestualmente richiamano alla riflessione di tutti, il costante magistero di Papa Francesco, che i Vescovi sardi intendono rilanciare e diffondere. Messaggio che va letto, compreso e attuato nella sua interezza e articolazione, in quelle parti che riguardano il singolo credente e le comunità cristiane, ma anche la società civile e i governanti delle nazioni, sui quali ricade in gran parte la responsabilità di gestire questo esodo di massa.
«Accogliere l’altro – scrive il Papa – richiede un impegno concreto, una catena di aiuti e di benevolenza, un’attenzione vigilante e comprensiva, la gestione responsabile di nuove situazioni complesse che, a volte, si aggiungono ad altri e numerosi problemi già esistenti, nonché delle risorse che sono sempre limitate. Praticando la virtù della prudenza, i governanti sapranno accogliere, promuovere, proteggere e integrare, stabilendo misure pratiche, “nei limiti consentiti dal bene comune rettamente inteso, [per] permettere quell’inserimento”. Essi hanno una precisa responsabilità verso le proprie comunità, delle quali devono assicurare i giusti diritti e lo sviluppo armonico, per non essere come il costruttore stolto che fece male i calcoli e non riuscì a completare la torre che aveva cominciato a edificare». (Messaggio per la giornata mondiale della pace, 2018)
Accoglienza dal cuore aperto e generoso – dice il Papa e i Vescovi sardi con lui – che tiene conto delle «legittime paure fondate su dubbi pienamente comprensibili da un punto di vista umano», senza, tuttavia, che tali paure «determinino le nostre risposte, condizionino le nostre scelte, compromettano il rispetto e la generosità, alimentino l’odio e il rifiuto». (Francesco, Messa per la giornata mondiale del migrante, 2017).
Accoglienza che cerchi sempre di garantire concretamente dignità e reale integrazione alle persone che vengono accolte, alle quali, ricorda sempre il Papa, si chiede di «conoscere, riconoscere e rispettare le leggi, la cultura e le tradizioni dei paesi in cui sono accolti» (Francesco, Messa per la “Giornata mondiale dei migranti e rifugiati”, gennaio 2018)
Accoglienza a cuore aperto, «considerando le esigenze di tutti i membri dell’unica famiglia umana e il bene di ciascuno di essi», in un contesto di solidarietà internazionale.
Nel corso della riunione, i Vescovi hanno nominato il dottor Raffaele Callia, nuovo Delegato Regionale della Caritas, in sostituzione di don Marco Lai per conclusione di mandato, al quale i Vescovi rivolgono vivo apprezzamento e gratitudine per il generoso servizio prestato nel quinquennio.
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