Pubblichiamo (vedi allegato in basso) l’omelia pronunciata da monsignor Mosè Marcia nella Messa Crismale del Giovedì Santo, concelebrata in Cattedrale insieme a tutti i sacerdoti della diocesi. A loro in particolare si è rivolto richiamando ancora una volta alla comunione: «È una celebrazione eucaristica, che, se vuole essere veritiera e credibile, deve manifestare, qui sacramentalmente e nella quotidianità concretamente con uno stile di vita, la comunione ecclesiale».
Sul tema – ha affermato il Vescovo – «ci ricorda la Lumen Gentium al n.28: “I presbiteri costituiscono con il loro Vescovo l’unico presbiterio”. L’unico presbiterio non si raggiunge studiando tattiche o coltivando chissà quali dinamiche corporativistiche. Questo unico presbiterio è il “frutto” di una genuina spiritualità di comunione, fondata nell’unità sacramentale del presbitero di una chiesa particolare. Certamente tutti noi crediamo, per fede e con profonda convinzione, questa verità. Occorre viverlo sul piano della vita nella Chiesa. Forse è bene, in obbedienza all’imperativo evangelico sulla correzione fraterna, sollecitarci vicendevolmente ad una profonda conversione».
Ha poi proseguito: «Vorrei – e qui chiedo da parte vostra la carità del perdono e della correzione fraterna per me – esortare me e voi a uno sguardo sincero su noi stessi; a chiederci che cosa ci spinge ad essere preti, a illuminare i veri sentimenti che abbiamo verso il popolo di Dio e verso gli altri preti. Non ci dobbiamo certo stupire se ci accorgiamo che i sentimenti sono a volte di indifferenza, a volte di invidia e gelosia, a volte di irritazione e di aggressività. Noi non siamo “al di sopra di ogni difetto”, siamo impastati di terra ordinaria.
L’unico movente nel nostro vivere sia “l’amore per Cristo”. Per raggiungere questo scopo occorre la cura della vita interiore, la testimonianza personale, la preoccupazione di far penetrare nel cuore dell’uomo la Parola di Dio».
Vivo, nelle parole del Vescovo Mosè, il ricordo dei sacerdoti scomparsi quest’anno, don Giovannino Porcu, i fratelli Carta, Giovanni e Tonino, don Francesco Crisponi, don Francesco Mariani, don Diego Calvisi ma anche la gioia per i tre giovani ordinati negli ultimi mesi, don Giovanni Cossu, don Roberto Biancu, don Emanuele Martini.
Dopo il rinnovo delle promesse sacerdotali e la benedizione degli Oli, al termine della celebrazione il Vescovo si è rivolto ai seminaristi, invitati a stare nel presbiterio accanto ai sacerdoti e ai diaconi. A loro ha ripetuto: «È bello essere prete». (fra. co.)
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