Le ostie completamente prive di glutine non possono essere utilizzate per l’Eucaristia. Ne serve almeno una minima quantità. Per confezionarle si può invece usare il grano ogm, prodotto cioè da organismi geneticamente modificati.
L’invito a vigilare su provenienza e preparazione. Nella Lettera circolare “sul pane e il vino per l’Eucaristia” la Congregazione per il Culto divino e la Disciplina dei sacramenti chiede una maggiore attenzione nell’uso e nell’approvvigionamento del pane e del vino destinati alla Messa. In particolare il dicastero vaticano presieduto dal cardinale Robert Sarah e il cui segretario è l’arcivescovo Artur Roche, cioè i due firmatari del documento, invita i vescovi a vigilare «sulla qualità del pane e del vino destinati all’Eucaristia» e su coloro che li preparano, dando alcune indicazioni pratiche. Mentre, infatti – sottolinea la lettera – «finora sono state, in genere, alcune comunità religiose a prendersi cura di confezionare il pane e il vino per la celebrazione dell’Eucaristia, oggi questi si vendono anche nei supermercati, in altri negozi e tramite internet. Di qui il suggerimento ai destinatari del testo. i vescovi appunto, «di dare indicazioni in merito, ad esempio garantendo la materia eucaristica mediante appositi certificati».
Pane azzimo, vino “dal frutto della vite”. Riprendendo le norme riguardanti la materia eucaristica del Codice di diritto canonico e dell’Institutio generalis Missalis Romani, già “spiegate” nel 2004 dall’Istruzione Redemptionis Sacramentum, il testo ricorda inoltre che il pane utilizzato nella celebrazione deve essere «azzimo, esclusivamente di frumento e preparato di recente, in modo che non ci sia alcun rischio di decomposizione». Mentre «è un grave abuso introdurre nella confezione del pane dell’Eucaristia altre sostanze, come frutta, zucchero o miele. Va da sé che le ostie devono essere confezionate da persone che non soltanto si distinguano per onestà, ma siano anche esperte nel prepararle e fornite di strumenti adeguati».
Quanto al vino «deve essere naturale, del frutto della vite, genuino, non alterato, né commisto a sostanze estranee». Inoltre bisogna verificare con la massima cura che «sia conservato in perfetto stato e non diventi aceto» Ed è «assolutamente vietato usare del vino, sulla cui genuinità e provenienza ci sia dubbio: la Chiesa esige, infatti, certezza rispetto alle condizioni necessarie per la validità dei sacramenti».
Un pizzico di glutine. La Congregazione per il Culto divino e la disciplina dei sacramenti fa inoltre esplicito riferimento alle norme, già espresse in un documento, datato 2003, del dicastero per la Dottrina della fede, per parlare delle «persone che, per diverse e gravi motivazioni, non possono assumere pane normalmente confezionato o vino normalmente fermentato». Proprio guardando a loro si precisa che «le ostie completamente prive di glutine sono materia invalida per l’Eucaristia. Sono invece materia valida le ostie parzialmente prive di glutine e tali che sia in esse presente una quantità di glutine sufficiente per ottenere la panificazione senza aggiunta di sostanze estranee e senza ricorrere a procedimenti tali da snaturare il pane». Quanto al vino, per essere utilizzabile nell’Eucaristia, occorre che «Il mosto, cioè il succo d’uva, sia fresco sia conservato sospendendone la fermentazione tramite procedure che non ne alterino la natura (ad es. congelamento)». In tema di ogm infine, come già detto, si afferma che «la materia eucaristica confezionata con organismi geneticamente modificati può essere considerata materia valida».